Avere voglia di sentirsi felici

Massimo De Donno
Affari di Genio

Svegliarsi la mattina con la voglia di conoscere, di sapere, di apprendere. Di afferrare quel testo appena comprato e divorarlo. Per chi ama lo studio è una sensazione conosciuta. Un specie di scarica elettrica, un'emozione forte, quasi una forma d'ansia, per la voglia di conoscere, apprendere, capire. Magari accompagnata dal desiderio di cimentarsi con la sfida davanti al professore per mostrare non solo quanto si è capito, ma quanto si è amata quella materia. Al punto di volerla fare propria, introiettandone gli elementi più importanti. 

Così da potervi discettare e persino discutere criticamente con il docente che ti ha fatto dono del suo sapere, in sede d'esame. Chi ama l'università, quella sensazione probabilmente l'avrà riconosciuta. Il sapere appartiene alla curiosità umana, come quella di un bambino che osserva per la prima volta rotolare una palla. Vuole giocarci subito. Così è per chi ama lo studio. Quando ci si accorge di un libro che si sceglie d'amare e di scoprire, si viene investiti da una carica adrenalinica in grado di fare ballare un derviscio.

Essere permeati di questa sensazione così forte significa restituire non solo un senso alla vita, ma persino avere consapevolezza di riuscire a costruire un progetto, una nuova identità, un percorso che possa aprire le porte al mondo incognito; la coscienza di venire a capo di uno spazio vuoto, poco alla volta riempito di contenuti e di sapere.

È il senso di un cammino, studiare. Il prologo della conoscenza, l'inizio della felicità. Perchè dispiega un'attesa, in un'azione.  "Un processo di trasformazione che a Genio in 21 Giorni conosciamo bene. Vediamo i nostri studenti poco alla volta appassionarsi allo studio fino a sentirsene quasi innamorati. È il desiderio della scoperta che si è nuovamente riattivato", racconta Massimo De Donno

È allora che si dispiega un senso profondo di felicità perchè s'innesca un senso d'appartenenza. Studiare significa conoscere, conoscere significa appartenere ad una comunità: quella umana. E la razza umana, ama, sogna, progetta. 

È così che si rompe il disincanto di quanti avevano acquisito per certo la propria idiosincrasia con i testi scolastici, con la capacità di capire. È quando si restituisce il senso della comprensione del divenire a se stessi che diviene più semplice vivere e soprattutto che ci si riconcilia con il senso  della vita. Ed è allora che arrivano attimi di felicità: ruscire a comprendere il percorso della medicina, della scienza giuridica, i processi della chimica, la complessità dell'analisi ingegneristica.

È nel trattenere il sapere che si acquisisce la consapevolezza di poter costruire il proprio futuro. Dare un senso ad un percorso personale: questo facciamo a Genio in 21 Giorni. Costruire il presente e sognare il futuro.

Max Rigano

 

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