La cultura della sconfitta è il prologo del successo
Quanti ragazzi mollano, quando ancora non hanno cominciato a fallire. Si, fallire.
Perchè se non cadi, non puoi pensare di cominciare a correre. In Italia però la cultura del fallimento come prologo del successo non viene insegnata.
Piuttosto si preferisce insegnare giá da bambini che, se giochi a calcio e qualcuno ti tocca in area di rigore tu devi buttarti per terra. Così ti assegnano un penalty, che può servire a farti vincere la partita.
Vincere con il minimo sforzo, vincere distruggendo quello che altri hanno creato. In Italia la cultura della furbizia prevale attraverso l'esempio della societá civile che premia i furbi, i raccomandati, i figli di papá i dispensatori di suggerimenti e comportamenti non richiesti.
Per questo sta oggi emergendo l'evidenza empirica di questo egoismo sociale. Se un ponte lo costruisci senza le adeguate misure di sicurezza, senza garantirvi un'adeguata manutenzione, presto o tardi quel ponte verrà giù. Puoi vincere un campionato di calcio barando, ma quando poi l'asticella si alza fuori dai confini, il castello di carte cadrà.
Per questo occorre, quando si entra nel mercato del lavoro e ancora prima, quando si frequenta la scuola e l'università, dotarsi di mezzi e strumenti che consentano di superare l'idea che il voto, a scuola, e il fatturato in azienda, sia davvero l'unica cosa che conta.
Perchè puoi copiare un compito oppure ottenere un introito ingannando il tuo fornitore o il tuo cliente, ma l'espediente dell'inganno, dura lo spazio di un momento. Al secondo giro la maschera cadrà.
Per questo quando è nata la Soft Skills Academy, da un'idea di Massimo De Donno, in cui al centro della formazione per l'ingresso nelle imprese c'è anzitutto il rispetto e il riconoscimento delle emozioni quale volano per una crescita aziendale accompagnata da un metodo che sappia rinnovarsi alla velocità della duttilità umana, tanti ragazzi hanno cominciato a frequentarla; e poi sono arrivati i loro genitori e poi i professionisti e poi ancora gli imprenditori.
Perchè la cultura della crescita è possibile solo se ad essere coltivata è la cultura dell'anima. E l'anima non si può nè monetizzare nè comprare. Chi pensa di poterlo fare sta creando un gigante dai piedi d'argilla. È come quel ponte caduto in quell'Agosto di qualche anno fa: un raggiro a sé stessi e agli altri.
Oggi il progetto delle Soft Skills gira di bocca in bocca, di azienda in azienda. Quando Massimo De Donno cominciò a parlarne furono in pochi a cogliere la lungimiranza di quel progetto. Oggi si è trasformata in una accademia e nei mesi estivi in un Summer Camp dove centinaia di ragazzi imparano a stare insieme e a costruire insieme. Bandendo la furbizia quale metodo d'approccio agli affari. Certo: nessun Abele può pensare di non incrociare presto o tardi il suo Caino: fa parte dell'animo umano.
Imparare a riconoscerlo però può essere utile alla causa. Chi t'insegna ad ascoltare la tua voce interiore e a resistere anche quando cadi, anche quando tutti ti dicono: "lascia!"
Questo, conta
La Soft Skills è anzitutto una scuola d"ascolto interiore. Non semplicemente un'accademia in caccia di consensi o di voti che restituiscano a ciascuno, ciò che gli altri vorrebbero diventassimo. Al contrario: è un luogo di culto dell'anima. Della propria anima e dei propri sogni. In cui l'unica parola a non essere bandita è: resisti!
Il cambiamento parte sempre da noi.
Max Rigano