Bipolarismo, ecco quando necessario usare il TSO

Il nostro ordinamento prevede uno strumento per obbligare alle cure, per chi non vuole sottoporsi al trattamento sanitario

di Francesca Albi*
(Fonte: Pexels)
L'avvocato del cuore
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Il TSO può essere usato nei casi di bipolarismo, ecco quando

“Gentile Avvocato, mi chiamo Simona e sono mamma di Laura che ha 20 anni. Tempo fa a mia figlia hanno diagnosticato una grave forma di bipolarismo, la situazione sta peggiorando: pochi giorni fa ha avuto una fase acuta maniacale associata al disturbo bipolare, ma non è voluta andare in ospedale. Mi chiedevo: se Laura dovesse avere un’altra crisi e non volesse (di nuovo) farsi curare, posso costringerla in qualche modo? Ho paura che prima o poi si farà del male.”

Cara Simona, per un genitore credo che non ci sia dolore più grande di vedere la propria figlia soffrire e, giustamente, Lei ha il timore che Laura possa farsi del male in preda a un attacco psicotico. Però, posso dirLe che se Sua figlia non vuole sottoporsi in maniera volontaria al trattamento sanitario, il nostro ordinamento prevede uno strumento per obbligarla alle cure: il TSO

In cosa consiste il TSO? 

L’acronimo TSO sta per: trattamento sanitario obbligatorio. Questo trattamento può essere attivato quando un individuo presenta alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici che il paziente rifiuta. Il TSO è stato previsto dalla legge 180 del 1978 (Legge Basaglia) ed è attualmente regolamentato dalla L. 833 del 23.12.1978; viene utilizzato per lo più in ambito psichiatrico, quando si presenta una patologia psichiatrica in fase acuta; proprio come nel caso di Sua figlia. 

Quando può essere attuato? 
Per essere prescritto devono esserci - contemporaneamente - tre condizioni:
1. la presenza di alterazioni psichiche tali da richiedere urgentemente interventi terapeutici;
2. la persona deve rifiutare il trattamento;
3. non deve esserci la possibilità di adottare tempestivamente alternative idonee o misure al di fuori dell’ambiente ospedaliero. Non è invece richiesta la condizione di “pericolosità per sé o per gli altri” che in passato era prevista. 

Chi dispone il TSO? 

Il provvedimento di TSO viene emanato dal Sindaco solo se due medici concordano che una persona presenti le tre condizioni precedentemente indicate. La domanda di TSO viene inizialmente avanzata da un medico – anche di medicina generale – che deve aver visitato la persona. Poi entra in gioco un altro medico (solitamente uno psichiatra del Servizio Sanitario Nazionale) che lo convalida. 
Una volta ricevute le certificazioni mediche, il Sindaco ha 48 ore per disporre il TSO; in seguito, dovrà inviare l’ordinanza al Giudice Tutelare per la convalida definitiva, sempre entro le 48 ore successive al ricovero. In assenza di convalida il TSO decade automaticamente. 

Quanto dura il TSO? 

Il TSO per legge ha la durata di 7 giorni e può essere rinnovato ulteriormente allo scadere del periodo, se sussistono le condizioni. Ovviamente.
Concludendo, tengo a specificarLe che il TSO non giustifica l’utilizzo di mezzi di contenzione fisica e non contempla mai la violenza fisica da parte degli operatori. Solo in via eccezionale, e per il tempo strettamente necessario, potrebbero essere utilizzati mezzi di contenzione fisica, ma sempre nel rispetto della dignità e della libertà della persona. 


*Francesca Albi - Studio Legale Bernardini de Pace