Job Hopping: cos’è e come funziona in Italia
Job Hopping significa letteralmente “saltellare sul lavoro”: secondo una ricerca di Deloitte il 43% dei Millennials si dice propenso a cambiare lavoro ogni due anni, la generazione Z addirittura nel 61% dei casi.
Job Hopping è una definizione creata negli Stati Uniti per riferirsi alla crescente tendenza di cambiare spesso lavoro, soprattutto per i Millennials (o generazione Y), cioè i nati tra il 1980 e il 1995, e ancor di più della Generazione Z, cioè i nati tra il 1995 e il 2010. Infatti, .
Da dove nasce e cos’è il Job Hopping
Una volta, quando accettavi un lavoro, immaginavi di restare in quell’azienda per anni, se non per tutta la tua carriera. In cambio di uno stipendio, vantaggi e pensione affidabili, prestavi la tua lealtà. Sapevi che se avessi lavorato sodo, con il tempo avresti fatto carriera all’interno di quell’azienda.
Il ridimensionamento negli anni ’80 e ’90, seguito dalla grande recessione del 2008, ha cambiato drasticamente la situazione e i rapporti il tra azienda e dipendente. I dipendenti hanno imparato, spesso in modo piuttosto brutale, che la loro lealtà non sarebbe più stata premiata con la stessa sicurezza di prima. Quei dipendenti, e le generazioni a seguire, hanno cominciato a capire che dovevano diventare i protagonisti unici dei propri percorsi di carriera.
Persa la “lealtà” a priori nei confronti del concetto di azienda-madre o azienda-protettore in cui di fatto il sogno americano è stato costruito, e a traino quello di tutto il mondo occidentale, è cominciato un nuovo trend: quello del job hopping ovvero il cambiare spesso lavoro – a volte anche nel primo anno di un nuovo lavoro.
I motivi che portano al Job Hopping
Un recente studio su 25.000 persone elenca questi principali motivi che portano una persona al Job Hopping:
- Problemi di organizzazione e gestione all’interno dell’azienda
- Mancanza di riconoscimento
- Superlavoro o lavoro sproporzionato rispetto al guadagno
- Disallineamento alla cultura aziendale
- Nessuna opportunità di crescita
- Retribuzione
- Orari di lavoro
- Tipo di lavoro
Secondo una statistica di SHRM Quasi il 40% delle persone che hanno lasciato nel 2017 lo ha fatto nei primi 12 mesi di lavoro. Quasi la metà di coloro che se ne sono andati, lo ha fatto a velocità della luce: entro 90 giorni dall’assunzione.
Job Hopping: resistenze e perplessità
A differenza degli Stati Uniti in Italia la disoccupazione è al 10% e tocca punte del 31% per i giovani.
E per molti c’è il timore che cambiare spesso lavoro ti renda poco affidabile agli occhi di un recruiter.
Il vero problema sotto ai dubbi e obiezioni dei recruiter sul cambiare spesso lavoro è una paura tutto sommato comprensibile in chi ha la responsabilità di scegliere un nuovo lavoratore in azienda.
Parlo della paura di sbagliare a scegliere il candidato. Scelta che, se sbagliata, può costare molto cara all’azienda – e di conseguenza al recruiter.
Se sei una persona che ama cambiare spesso lavoro o lo hai fatto in passato e temi questo ti si possa ora ritorcere contro, non devi darti per vinto ma comprendere questa paura e sfruttarla a tuo vantaggio.
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