Job Hopping: cos’è e come funziona in Italia

Erica Zuanon
Cose di Lavoro
Condividi su:

Job Hopping significa letteralmente “saltellare sul lavoro”: secondo una ricerca di Deloitte il 43% dei Millennials si dice propenso a cambiare lavoro ogni due anni, la generazione Z addirittura nel 61% dei casi.

Job Hopping è una definizione creata negli Stati Uniti per riferirsi alla crescente tendenza di cambiare spesso lavoro, soprattutto per i Millennials (o generazione Y), cioè i nati tra il 1980 e il 1995, e ancor di più della Generazione Z, cioè i nati tra il 1995 e il 2010. Infatti, .

Da dove nasce e cos’è il Job Hopping

Una volta, quando accettavi un lavoro, immaginavi di restare in quell’azienda per anni, se non per tutta la tua carriera. In cambio di uno stipendio, vantaggi e pensione affidabili, prestavi la tua lealtà. Sapevi che se avessi lavorato sodo, con il tempo avresti fatto carriera all’interno di quell’azienda.

Il ridimensionamento negli anni ’80 e ’90, seguito dalla grande recessione del 2008, ha cambiato drasticamente la situazione e i rapporti il tra azienda e dipendente. I dipendenti hanno imparato, spesso in modo piuttosto brutale, che la loro lealtà non sarebbe più stata premiata con la stessa sicurezza di prima. Quei dipendenti, e le generazioni a seguire, hanno cominciato a capire che dovevano diventare i protagonisti unici dei propri percorsi di carriera.

Persa la “lealtà” a priori nei confronti del concetto di azienda-madre o azienda-protettore in cui di fatto il sogno americano è stato costruito, e a traino quello di tutto il mondo occidentale, è cominciato un nuovo trend: quello del job hopping ovvero il cambiare spesso lavoro – a volte anche nel primo anno di un nuovo lavoro.

I motivi che portano al Job Hopping

Un recente studio su 25.000 persone elenca questi principali motivi che portano una persona al Job Hopping:

  • Problemi di organizzazione e gestione all’interno dell’azienda
  • Mancanza di riconoscimento
  • Superlavoro o lavoro sproporzionato rispetto al guadagno
  • Disallineamento alla cultura aziendale
  • Nessuna opportunità di crescita
  • Retribuzione
  • Orari di lavoro
  • Tipo di lavoro

Secondo una statistica di SHRM Quasi il 40% delle persone che hanno lasciato nel 2017 lo ha fatto nei primi 12 mesi di lavoro. Quasi la metà di coloro che se ne sono andati, lo ha fatto a velocità della luce: entro 90 giorni dall’assunzione.

Job Hopping: resistenze e perplessità

A differenza degli Stati Uniti in Italia la disoccupazione è al 10% e tocca punte del 31% per i giovani.

E per molti c’è il timore che cambiare spesso lavoro ti renda poco affidabile agli occhi di un recruiter.

Il vero problema sotto ai dubbi e obiezioni dei recruiter sul cambiare spesso lavoro è una paura tutto sommato comprensibile in chi ha la responsabilità di scegliere un nuovo lavoratore in azienda.

Parlo della paura di sbagliare a scegliere il candidato. Scelta che, se sbagliata, può costare molto cara all’azienda – e di conseguenza al recruiter.

Se sei una persona che ama cambiare spesso lavoro o lo hai fatto in passato e temi questo ti si possa ora ritorcere contro, non devi darti per vinto ma comprendere questa paura e sfruttarla a tuo vantaggio.

 

Vuoi approfondire l'argomento? Continua a leggere: Job Hopping: cos'è e come funziona in Italia