This is not Europe, Venezia s’interroga sul mistero dell'opera di Garcia Fir

L’immagine dell'opera non concede alcun spiraglio alla speranza, colpisce duro e lascia interdetti. Ma è anche questo il ruolo che deve avere l’Arte

Di Milo Goj
Tags:
garau
Cronache dal mercato dell'arte

L'Europa nel peggior momento della sua storia, l'opera di Emile Garcia Fir

Un fantasma si aggira per Venezia, armato di un’opera d’arte che colpisce come un pugno nello stomaco. Emile Garcia Fir è il suo nome e “This is not Europe” è il titolo del suo (capo) lavoro, riprodotto in un poster gigantesco (3 metri per 6) che da lunedì scorso fa bella mostra di sé in via della Libertà. 

A un primo sguardo l’opera appare cruda, per non dire  rivoltante, anche a causa del materiale utilizzato: dentro un water compare l’immagine dell’Europa, realizzata con feci e tempera. Risulta evidente che di lì a poco, tirando la catenella, il vecchio Continente tenderà a scomparire, a disciogliersi nello scarico. L’opera, con il suo forte messaggio politico, vuole parlarci di un'Europa nel peggior momento della sua storia dalla fine della seconda guerra. Un’Europa che, per l’artista, ha dimenticato i suoi valori di democrazia e il suo ruolo di salvaguardia della pace. Insomma, l’opera ci parla in modo crudo, ma schietto di un’Europa allo sbando destinata a scomparire. 

L’immagine non concede alcun spiraglio alla speranza, colpisce duro e lascia interdetti. Non è forse anche questo il ruolo che deve (dovrebbe) avere l’Arte? Farci star male, perché no? Stiamo vivendo un momento in cui gli artisti sembrano impauriti e ingabbiati, regna l’ipocrisia e le denunce, quando si tentano, sono edulcorate, senza profondità. Forse, altrimenti, il mercato non le accetterebbe? Non credo. Il coraggio col tempo paga.

Già, ma chi è questo fantasma, di cui è solo noto il nome, Emile Garcia Fir? Non abbiamo nessuna informazione. Nazionalità, uomo, donna? A cercare in rete, nessuna notizia. Troviamo soltanto un account Instagram che sembrerebbe appena creato, con solo un’immagine dell’opera di cui parliamo.

Eppure, c’è da scommetterci, l’artista conosce bene il territorio in cui si sta muovendo. Evidenti poi sono le citazioni che gli amanti dell’arte possono trovare sintetizzate in questa opera. L’Orinatoio (Fontana) di Marcel Duchamp, la “Merda d’artista” di Piero Manzoni. Il titolo (“Questa non è Europa”) poi è un omaggio alla più famosa opera tra quelle dedicate al problema semiotico del “riconoscimento” del soggetto di un dipinto:

“Le trahison des images” (“Il tradimento delle immagini”), di René Magritte. L’inquietante capolavoro del Maestro belga raffigura l’immagine (presunta) di una pipa sopra la scritta “Ceci n’est pas une pipe”. Scritta che in italiano viene tradotta di solito superficialmente in “Questa non è una pipa”, ma che in realtà significa “tutto ciò, compresa la stessa scritta, non è una pipa”.

Un’operazione concettuale, quella del misterioso Emile Garcia Fir, che tocca quindi tre momenti artistici tra i più importanti e sconvolgenti degli ultimi 120 anni. Ci domandiamo se sarà un’opera che darà il seguito ad altre o finirà qui? A Venezia alcune voci rubate in Biennale, parlano della probabile perfomance di un artista presente alla manifestazione. Forse è la protesta di qualcuno che è stato censurato o non trattato come aveva sperato? Per ora restiamo in attesa e riflettiamo su questa opera che, sarà inevitabile, farà parlare di sé.