Lorenzo Marini, "Go-go Obelisk": dieci obelischi nelle strade delle Marche
Lorenzo Marini, dopo il successo di "di Segni e di Sogni", approda nelle strade delle Marche con Free Type – Go-go Obelisk
Mentre prosegue, a ritmi di 500 visitatori al giorno, la sua mostra-evento "Di Segni e di Sogni", in cartello dal 20 luglio al 20 ottobre presso il complesso museale senese di Santa Maria della Scala, Lorenzo Marini è protagonista di una nuova iniziativa artistica di ampio respiro. Il caposcuola della Type Art dissemina il territorio delle Marche con le sue opere.
"Free Type – Go-go Obelisk", progetto curato da Sabino Maria Frassà, si articola attraverso 50 opere, due sedi istituzionali (Palazzo Buonaccorsi di Macerata e Teatro Politeama di Tolentino) e 4 installazioni collocate a Macerata, a Tolentino e a Recanati.
Il Maestro padovano, ma milanese d'adozione, noto anche come uno dei più affermati art director italiani, dopo le installazioni pubbliche a Milano, Roma, Firenze e, appunto a Siena, rafforza la propria propensione a un'arte urbana e inclusiva. Protagoniste sono i suoi type, le sue lettere, che Marini considera soggetti autonomi, liberate dai vincoli della parole compiute e dell'alfabeto e dotate della stessa dignità di ogni altro soggetto artistico.
Grazie alla collaborazione con la Guzzini, il Maestro ha avuto modo di liberare pienamente la propria arte nello spazio, disseminando dieci obelischi nelle strade delle Marche. «I miei obelischi», spiega, «sono fatti di specchi e delle mie lettere. Nascono per accompagnarci nella nostra vita quotidiana, riflettendo la nostra libertà ritrovata e mostrandoci la bellezza di ciò che ci circonda. Diverremo noi stessi opere d'arte, riflettendoci nelle installazioni».
Ma perché proprio nelle Marche? «Ho scelto di cominciare questa disseminazione diffusa d'arte da una regione che è dentro il mio cuore: da Tolentino, che ospita la Biennale dell'Umorismo, che ho diretto per anni, a Recanati, patria di Giacomo Leopardi, a Macerata, che considero luogo di sintesi eccezionale tra tradizione e innovazione, tra estica ed estetica».
Aggiunge il curatore Sabino Maria Frassà: "gli obelischi sono uno specchio della nostra esistenza. La loro diffusione su un territorio così vasto dà vita a una eccezionale disseminazione d’arte i cui frutti speriamo presto di raccogliere in una ritrovata capacità collettiva di immaginarsi il futuro".
Lorenzo Marini non ha lasciato al caso: dalle dimensioni ridotte e antropomorfe che richiamano alla sagoma umana (siamo tutti obelischi), allo specchio in cui ci riflettiamo (la vanità è un elemento ricorrente nell’arte di Marini) alla continua sottile citazione della cultura egizia, che appare però solo a una lettura più attenta. Go-go Obelisk richiama il senso di “libertà e movimento (letteralmente significa “libera/ scatena l’obelisco”“vai-vai obelisco”) che permea la ricerca artistica di Marini degli ultimi anni.
Le nuove lettere di Marini possono essere considerate del resto anche una sorta di evoluzione dei geroglifici: questi nuovi types, così come ama definirli l’artista, sono costruiti a partire da simboli e loghi legati alle lettere per vicinanza semantica o di forma. Il risultato è un impossibile nuovo alfabeto visivo di cui la grammatica e la sintassi devono essere ancora scoperte o inventate. In questo modo le lettere di Lorenzo Marini rielaborate in Go-go Obelisk raccontano e celebrano vizi e virtù della nostra società: il culto della forma, dell’esteriorità è in fondo la storia dell’umanità condannata a vivere in bilico tra essere e apparire».