Lorenzo Marini, record all’ultima asta di Capitolium art per i "black hole"

Sfondato per la seconda volta il muro dei 25 mila euro per un'opera dell'artista padovano, attualmente alla Biennale di Venezia

Di Milo Goj
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WHERE UNSPOKEN WORDS END, 2024, cm. 100 x 100, tecnica mista su tela
Cronache dal mercato dell'arte

Risultato record all’ultima asta di Capitolium art per i black hole di Lorenzo Marini 

Sulla slancio della partecipazione alla Biennale di Venezia, Lorenzo Marini ha registrato un risultato record a Capitolium art, la società bresciana che si avvia a diventare la prima auction house italiana. Con “Where unspoken words end”, mixed media su tela di cm.100x100, il maestro padovano ha superato, per la seconda volta (dopo l’exploit di “Windtype, nel 2021 ad Art Rite) il muro dei 25 mila euro.

L’asta di arte moderna e contemporanea si è tenuta lo scorso 7 maggio, a meno di tre settimane dall’inaugurazione della 60esima edizione della Biennale, dove Marini è presente tra gli artisti ufficiali, presso il Padiglione Nazionale Grenada, a Palazzo Albrizzi Capello. A Venezia l’artista ha presentato un polittico, composto da quattro pannelli della dimensione complessiva di 2 metri per 2, dedicato ai corpi celesti più affascinanti, i “black hole”.

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Si tratta dello stesso filone cui appartiene anche la tela battuta a Capitolium art. Art director e artista visivo, allievo del grande Emilio Vedova, Lorenzo Marini è il caposcuola della TypeArt, la corrente, presentata nel 2016 con una personale presso il Palazzo della Permanente di Milano, che attribuisce alle lettere (e più in generale ai segni grafici) una forza estetica tale da trasformarle in autentiche opere d’arte.

L’anno successivo, il 2017, il Maestro Veneto ha teorizzato i principi della TypeArt con il “Manifesto per la liberazione delle lettere”. Alla Biennale, Marini ha presentato l’ultima evoluzione della sua corrente artistica, con le lettere che attraversano l’orizzonte degli eventi dei buchi neri.

“Il fatto che la TypeArt sia riconosciuta ufficialmente ed esposta alla Biennale di Venezia non solo rappresenta una notizia fantastica per me, ma potrebbe esserlo per tutto il comparto della comunicazione. La mia ricerca artistica coinvolge infatti sia la disciplina del graphic design che quella del visual e dell’art direction”, aggiunge Marini. Curatore del Padoglione Grenada è il critico e storico dell’arte Daniele Radini Tedeschi.