Salvatore Garau trasforma 50 alberi in opere d'arte e crea un museo all'aperto

Il maestro sardo si oppone alla rimozione di 50 grandi pini sul litorale di Oristano, elevandoli a capolavori della contemporary art

Cronache dal mercato dell'arte
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Oristano, il maestro Salvatore Garau salva 50 pini trasformandoli in opere d'arte contemporanea

Salvatore Garau non smette di sorprendere.  Il Maestro di Santa Giusta, in provincia di Oristano, lo scorso anno era stato uno dei contemporary artist ad avere fatto più scalpore, a livello, mondiale, per essere stato il primo ad aver messo in asta e venduto (a prezzi sempre crescenti) le sue sculture immateriali. Ora l'artista sardo ha creato sul lungomare di Torregrande, la “marina” di Oristano, un museo a cielo aperto, Il Maccab (Museo d'arte contemporanea a cielo aperto per bambini). Le opere d'arte esposte sono costituite dagli enormi pini che costeggiano il lungomare. 

Ma facciamo un passo indietro. L'amministrazione comunale del Comune sardo aveva deciso di abbattere gli alberi. Garau, trovando subito il consenso della popolazione locale e in generale della pubblica opinione, ha stabilito che i grandi pini, presenti da oltre 60 anni, non sono più solo opere d'arte della natura, ma autentiche “Sculture viventi di Arte contemporanea”, il cui insieme costituisce appunto un museo. Ieri Garau ha “autenticato” e firmato con una certificazione un primo gruppo di 37 alberi. Di questi, 36 sono naturali, e uno è la scultura invisibile del Maestro “Sono immenso eppure non mi vedete”.

Riporta la certificazione firmata da Garau: “I 37 alberi facenti parte di quest'opera non possono essere rimossi o abbattuti per nessuna ragione, solo in caso di grave deterioramento. Né il Comune, qualsiasi istituzione e lo stesso artista possono modificare quest'opera autenticata dal presente certificato”. Ai primi 37 ne seguiranno altri 13, mentre nei prossimi mesi, se il Comune sposerà l'iniziativa, negli spazi liberi tra un pino e l'altro verranno installate le opere di 40 artisti di tutto il mondo, che saranno dedicate agli alberi e ai bambini, che possiedono la vera purezza della vita.  

Racconta Garau: "Accorro in aiuto degli alberi in un momento pericoloso per la loro estinzione e per difendere un patrimonio paesaggistico, culturale e di memoria dal valore immenso. Può un albero diventare un'opera d'Arte Contemporanea? Si, se a deciderlo è un artista. Se poi quest’azione sarà compresa, condivisa o per niente accettata, poco importa: l'artista deve “fare”, perché solo così può aiutare l’uomo a capire l’inscindibile legame fra arte e vita in ogni sua forma; deve aiutare a pensare e a far “sentire” l'insolito, a riflettere su ciò che fino a quel momento sarebbe stato inconcepibile. Ciò che vediamo senza riflettere è uno sguardo perduto".

In un certo senso, l'iniziativa del Maestro sardo ha un precedente. Nel giugno del 1982 il Maestro tedesco Joseph Beuys, in occasione dei Documenta 7 a Kassel, dava vita alla sua opera più grandiosa e iconica con la messa a dimora della prima di 7.000 querce. Quarant’anni dopo Salvatore Garau nel suo ruolo di artista, si è mosso per salvare la vita a 50 enormi pini di appena sessant’anni (la vita media di un pino è di 150/250 anni). Definendoli “Opere d’Arte” ha reso la pratica artistica un gesto collettivo di riconciliazione dell’uomo con la natura mostrando come l’arte possa evitare che l’uomo metta a repentaglio la stessa esistenza dell’umanità e della terra.

Del resto Garau ha sempre mostrato un grande impegno ambientalista. Nonostante collezionisti, galleristi e mercanti lo abbiano più volte sollecitato, si è sempre rifiutato di creare NFT, per il grande livello di inquinamento che queste opere (solo apparentemente virtuali) scatenano.