Caso Almasri, altro che spin doctor, il nodo è il rispetto delle norme e la credibilità dell’Italia
La discussione al Parlamento sul caso Almasri dimostra come i politici e i consulenti di comunicazione facciano spesso ricorso a frasi ad effetto, capaci di attirare l’attenzione dei media e provocare i titoli dei giornali. Tuttavia, il rischio è quello di privilegiare la forma a scapito del contenuto. Durante la discussione, Elly Schlein, leader del Pd, ha parlato di un “presidente del coniglio” per criticare l’assenza di Giorgia Meloni in Aula, mentre Matteo Renzi di Italia Viva ha definito la premier “uomo di burro”, accusandola di essere forte con i deboli e debole con i forti. Il politico non è il personaggio di turno che, per suscitare interesse sui giornali, afferma in un’intervista: “Ho fatto il chierichetto, la cosa più preziosa che ho è il mio diario, ho amato un uomo e ho bevuto un whisky con Vasco Rossi”.
Frasi utili per fare rumore, ma che rischiano di oscurare il punto della questione: il rispetto delle norme internazionali e la credibilità dell’Italia sul piano diplomatico. Il Governo sottolinea il rispetto per le procedure della Corte Penale Internazionale, mentre l’opposizione parla di un favore fatto alla Libia. Nel frattempo, mentre i politici si sfidano a colpi di battute, i dati economici raccontano un Paese che deve affrontare sfide. La produzione industriale continua a mostrare segnali di rallentamento, con costi energetici elevati, e una competitività che fatica a reggere il confronto sui mercati internazionali.