Mattarella e Draghi, immagine dell’Italia responsabile e pragmatica

Il significato delle visite del capo dello Stato e del premier rispettivamente in Mozambico e in Turchia

Di Ernesto Vergani
Sergio Mattarella e Mario Draghi
Lo sguardo libero
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"Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione" (frase attribuita ad Alcide De Gasperi)

È fortunata l’Italia ad avere simili vertici dello Stato. Da un lato Sergio Mattarella, 80 anni d’età, che si toglie l’uniforme, per usare la terminologia del mondo dell’impresa, del presidente d’azienda per sostituirla con quella del CEO e si reca a Maputo, capitale del Mozambico, per rinforzare i legami col Paese dell’Africa del Sud, soprattutto in chiave di disimpegno energetico dalla Russia.

Dall’altro lato, Mario Draghi, alla guida del Governo, va ad Ankara e incontra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan - che il nostro premier nell’aprile del 2021 definì  “dittatore” a seguito del cosiddetto sofagate  che vide coinvolta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen -  per formalizzare una serie di accordi tra i due Paesi, emarginare la Russia e soprattutto provare a  mettere fine alla immigrazione clandestina in Italia, obiettivo che si può conseguire, alla luce anche della perdurante instabilità politica della Libia, se Italia e Turchia si coordinano.

Le parole di Draghi (“L’Italia ha dei limiti, ci siamo arrivati”) saranno state positivamente accolte da tanti italiani, non solo dai militanti della Lega di Matteo Salvini. Tutto ciò, l’azione di Mattarella e Draghi, si chiama responsabilità, pragmatismo e volontà di affrontare i problemi. Una declinazione dell’esempio e della frase attribuita ad Alcide De Gasperi: "Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione".