Perché il mondo è più libero dopo l’eliminazione di Sinwar

La ventata di giustizia e verità nelle parole di Joe Biden e Benjamin Netanyahu

L'OPINIONE di Ernesto Vergani

Benjamin Netanyahu

Lo sguardo libero

L’uccisione di Yahya Sinwar, capo supremo di Hamas e mente dietro i massacri del 7 ottobre, l’assalto ai kibbutz e alle comunità israeliane intorno a Gaza, non solo rappresenta probabilmente un punto di svolta nella guerra in Israele, ma porta nel mondo una ventata di verità, parole chiare e non ipocrite.

Un mondo che sembra essere in buone mani quando il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dichiara: "È una buona giornata per Israele, per gli Stati Uniti e per il mondo". Parole altrettanto limpide sono arrivate dal premier israeliano Benjamin Netanyahu: "Il responsabile del più grande massacro contro il popolo ebraico dalla Shoah, l'arciterrorista che ha ucciso migliaia di israeliani e rapito centinaia di cittadini, è stato ucciso dai nostri eroici soldati. Il conto è  saldato".

Non si tratta solo di Sinwar. Oggi il Corriere della Sera pubblica una pagine con le foto dei nove capi di Hamas eliminati, così come di 18 leader di Hezbollah e 14 comandanti dei Pasdaran iraniani. Tutti accomunati dallo stesso obiettivo: odio, invidia e la volontà di cancellare l’esistenza di Israele e di non voler lasciare vivere in pace gli ebrei. Come fecero il nazismo e Adolf Hitler, come fanno tutti coloro che non lasciano vivere in pace chi è diverso.

La strada è ancora lunga. Il male e l’invidia riemergono sempre. Nel mondo esistono ancora molti altri, come Vladimir Putin o Kim Jong-un, il presidente a vita della Corea del Nord, che cercano di imporre un pensiero unico, senza lasciare che le persone vivano in libertà e in pace.

 

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