Solidarietà ai bielorussi contro Lukashenko, ultimo dittatore d’Europa

Il dissidente Vitaly Shishov ucciso a Kiev dai servizi segreti di Minsk, che hanno simulato un’ impiccagione

L'OPINIONE di Ernesto Vergani
(fonte Lapresse)
Lo sguardo libero
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La comunità internazionale non può tollerare che il regime dell’ultimo dittatore d’Europa, Alexandr Lukashenko, al potere dal 1994, tramite i propri servizi segreti assassini, simulando un suicidio, l’attivista bielorusso Vitaly Shishov, in un parco di Kiev, capitale dell’Ucraina, dove ha sede la ong in cui lavorava Vitaly che aiuta i bielorussi a fuggire all’estero. Tra questi, il marito dell’atleta Krystina Timanouskhaya, che non è rientrata dalle Olimpiadi di Tokyo e ha chiesto asilo in Europa.

A maggior ragione il regime di Minsk non può in particolare essere ammesso dall’Ue, che, attraverso i suoi Stati membri Lettonia, Lituania e Polonia, confina con la Bielorussia. “Gli attivisti bielorussi – ha detto David Sassoli  presidente del Parlamento europeo – sono presi di mira in  Paesi terzi, è una grave escalation”. Dopo il volo Atene-Vilnius del maggio scorso che fu fatto atterrare a Minsk per arrestare il dissidente Roman Protasevich, l’omicidio-suicidio di ieri di Vitaly è la prova che nessun bielorusso è sicuro all’estero. Come del resto in patria. L’agosto dell’anno scorso Lukashenko ottenne il sesto mandato consecutivo con l’80% dei voti attraverso elezioni farsa. Per mesi si sono rinnovate manifestazioni di protesta in tutte le principali città del Paese, prontamente represse dalla polizia. In carcere sono detenuti oltre 500 prigionieri politici. Molti si sono rifugiati all’estero, come la leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya. Prima o poi il regime dell’ultimo dittatore d’Europa avrà fine, i bielorussi, come tutti i popoli, dai cubani ai cinesi ai russi, sono degni della democrazia.