Unicità della Shoah e antisemitismo: realtà oggettive inconciliabili

Di Ernesto Vergani

Liliana Segre 

Lo sguardo libero

Quanto emerso dal Giorno della Memoria 2025 mette in luce una realtà scomoda ma imprescindibile: l’unicità della tragedia della Shoah e il persistere dell’antisemitismo sono due verità che non possono coesistere senza conflitto.

L’antisemitismo, spesso mascherato da ideologie che ne celano il vero volto, riemerge con preoccupante regolarità. Le parole di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, sono gravissime: “Alla fine della Shoah non se ne parlerà più”. Non meno gravi sono quelle di chi accosta la situazione in Medio Oriente alla Shoah, rappresentando un grave travisamento storico. Persino le parole di Papa Francesco, che ha paragonato le azioni di Israele a Gaza a crimini di guerra, possono surrettiziamente alimentare l’antisemitismo.

Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, richiama la necessità di un approccio rigoroso alla Memoria: equiparare la difesa di Israele agli orrori della Shoah significa banalizzare entrambe e perpetuare incomprensioni che alimentano l’odio. Israele, come ha ricordato la presidente dell’UCEI, è uno Stato che affronta minacce esistenziali e non può essere giudicato attraverso categorie che appartengono a contesti storici e morali totalmente diversi.

In questo contesto, importanti sono le dichiarazioni sia del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia della Premier, Giorgia Meloni. Il primo ha affermato: “Non dobbiamo mai dimenticare che il fascismo, con le leggi razziali del 1938, ha aperto la strada alla discriminazione, alla persecuzione e infine alla deportazione di migliaia di nostri concittadini ebrei.” La seconda ha ricordato: “Un piano, quello condotto dal regime hitleriano, che in Italia trovò anche la complicità di quello fascista, attraverso l’infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni.”

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