Stone fotografa l'emergenza climatica: il docufilm che rivaluta il nucleare
L'Agenda del buon senso contro gli interessi di lobbies e potenti. Il docufilm di Oliver Stone “Nuclear Now” come monito per ripensare le urgenti sfide globali
Nuclear now, nuovo docufilm di Oliver Stone sull'energia nucleare e le sfide climatiche dell'umanità
Sono rimasta colpita dal docufilm di Oliver Stone “Nuclear now” proiettato in questi giorni in Italia che punta a riconsiderare la risorsa energetica del nucleare “pulito” per risolvere i problemi dell'emergenza climatica. Uno spunto incredibile che apre una riflessione sui grandi temi e la percezione di ciò che accade intorno a noi. In particolare, il regista americano cerca di far comprendere come l'ormai tecnologia perfezionata nella sua evoluzione scientifica relativa alla sicurezza per l'uomo e l'ambiente, sia anche in grado di non emettere Co2 nell'atmosfera e creare inquinamento e possa in virtù di tutte queste considerazioni essere una risorsa energetica strategica per il futuro prossimo globale.
Emerge anche come la percezione di tutti attraverso la comunicazione del passato contro il nucleare sia stata condizionata da chi all'epoca aveva degli interessi sottostanti, ossia le grandi multinazionali petrolifere, attraverso campagne anti-nucleare sull'onda emozionale delle conseguenze della bomba atomica di Hiroshima e che hanno alzato molti muri riguardo l'uso dell'energia nucleare.
Leggi anche: Vertice tra Xi, von der Leyen, Michel. Cina: “Risposta comune a sfide globali"
Ma, oggi, assistiamo a grandi cambiamenti e all'ipotesi che il nucleare cosiddetto “pulito” possa essere determinante per risolvere il problema dell'emergenza climatica. Ci si poteva arrivare prima? Certe volte non ci rendiamo conto di come possa essere indirizzata la pubblica opinione. O come possa essere celato, per ovvi interessi, il comportamento di chi sta dietro ad un certo tipo di comunicazione. Ma chi decide per noi? I grandi del mondo, politici, banchieri, esperti e dirigenti aziendali si confrontano sulle questione globali al World Economic Forum, l'evento annuale che si svolge a Davos in Svizzera.
Chiaramente il World Economic Forum non è responsabile nei confronti del pubblico essendo un evento privato. Almeno non ufficialmente. Ma siamo sicuri che le discussioni di questi ricchi imprenditori e rappresentanti delle multinazionali, che avvengono assolutamente a porte chiuse, riflettano le reali necessità e problemi della collettività mondiale? Ci sono questioni sociali e ambientali che questa élite non considera nei suoi interessi economici. La crescita economica non è necessariamente sviluppo, anzi. Spesso è a discapito di altri.
Leggi anche: Ucraina, Congresso Usa blocca i fondi. Biden avverte: "Putin non si fermerà"
Ma quando gli altri sono la maggioranza della popolazione globale ci dovremmo interrogare sull'efficacia e la legittimità del forum di affrontare questioni che hanno dei riflessi non a favore della collettività. La loro Agenda si concentra su prospettive economiche private e non è in grado di cogliere le sfide globali nell'interesse dell'umanità. Abbiamo bisogno di qualcosa di più concreto in grado di superare le sfide trasformative e soprattutto le questioni più urgenti.
E allora dovremmo pensare ad una “contro-agenda” che tenga conto di altri importanti valori che non siano solo quelli rappresentati dalle lobbies senza confronto con la società civile. Tra le proposte di questa contro-agenda, a mio avviso, c'è prima di tutto quella di supportare la famiglia. Poi, la salute. Quindi, proteggere gli alimenti in un'ottica di sostenibilità nel rispetto dell'ambente e della valorizzazione della biodiversità. Visto l'argomento di cronaca anch'esso: vaccinazioni facoltative a seconda dei casi e nel rispetto dei diritti di ogni essere umano.Fondamentale, inoltre, attivarsi in maniera decisa e risolutiva sulle questioni climatiche senza paraocchi e senza il predominio degli interessi economici delle corporazioni e delle multinazionali.
Leggi anche: Ex-Ilva, Gozzi: "Tutta colpa dell'Europa, ormai l'azienda è insolvente"
Moneta cartacea o digitale: ognuno deve essere in grado di pagare come crede. Governi veri votati dalla gente per ribadire i principi di libertà e democrazia e non di controllo come accade nei Paesi dittatoriali ma neanche come accade anche in Paesi dove vige una democrazia parziale o illiberale ossia, dove sì, esiste la possibilità di votare alle elezioni ma non vi è la possibilità di partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica.
Oggi siamo tutti interconnessi. Abbiamo, rispetto al passato, la possibilità di comunicare in tempi istantanei, di informarci e verificare anche confrontandoci riguardo alle grandi questioni che un tempo rimanevano lontane e incomprensibili ai più. Abbiamo, quindi, la possibilità di divenire consapevoli di ciò che accade intorno a noi. Abbiamo una sorta di superpotere se pensiamo a come eravamo tenuti all'oscuro di tante verità, anche nell'evidenza, solo pochi decenni fa. E' ora di utilizzarlo questo superpotere non per arricchirsi alle spalle di altri ma per cercare di vivere meglio con soluzioni di sviluppo globale sostenibile e alla portata di tutti.