Bnl, niente accordo con i sindacati. Avanti sulle esternalizzazioni

I dipendenti del back office e dell'area dell'information technology interessati dalle esternalizzazioni preparano le cause individuali contro la banca

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La cessione di 900 lavoratori ad Accenture e Capgemini

Avanti a testa bassa sulle esternalizzazioni. Bnl-Bnp Paribas non arretra e intende proseguire, nonostante sia saltato l’accordo con i sindacati, sulla cessione di 900 lavoratori ad Accenture e Capgemini e nonostante il blocco delle relazioni sindacali attuato da tempo. I due scioperi (27 dicembre e 24 gennaio) non hanno fatto cambiare idea al ceo Elena Goitini e all’intero consiglio di amministrazione che ha deciso di fare comunque le esternalizzazioni.

Ma i dipendenti interessati da questa manovra, volta esclusivamente ad alleggerire i costi aziendali in un momento difficile per il settore bancario, non si arrendono e affilano le armi: secondo quanto riferiscono alcune fonti vicine alla situazione, tre studi legali di Napoli, Roma e Milano (uno è consulente ufficiale di una organizzazione sindacale e gli altri due si coordinano) si preparano a una raffica di cause individuali contro la banca. I ricorsi potrebbero riguardare una fascia ampissima della forza lavoro coinvolta dal piano della Bnl sulle esternalizzazioni, sia quella dell’area back office sia quella dell’area information technology.

Sul fronte sindacale, i riflettori sono puntati su un dirigente e di una delle cinque sigle aziendali che sta raccogliendo deleghe per i ricorsi, il quale al tavolo ha sempre mostrato, nei confronti della banca, ampia disponibilità verbale a negoziare e trattare, e contemporaneamente illude i lavoratori “in uscita”, spingendoli a promuovere le azioni legali. Una inedita sollecitazione, accompagnata da una promessa economica: in caso di flop e di sentenza sfavorevole da parte dei giudici, le spese legali saranno a carico del sindacato. Il sindacalista in questione, lo sponsor dei ricorsi, secondo rumor raccolti da Affaritaliani, avrebbe l’ambizione di scalare la sua organizzazione per diventarne segretario generale. Tuttavia, si mormora che in passato avrebbe peccato per scarsa trasparenza nel suo operato e che adesso stia sgomitando con il solo obiettivo di dimostrare alla base di aver requisiti migliori dell’attuale leader e prenderne quindi il posto.

Possibile che l’attivismo contro la banca celi una strategia squisitamente personale? Se lo chiedono in tanti, ma quasi tutti, per non esporsi personalmente, rinunciando a seguire la politica sindacale della sigla d’appartenenza, hanno preferito delegare il dossier proprio al “leader dei ricorsi”. Sull’efficacia dei quali i dubbi non mancano.

E va detto che, in assenza di accordi sindacali, che garantiscono sempre in questi casi specifiche tutele agli esternalizzati, i lavoratori dovranno accettare la decisione dell’azienda, che potrà agire con maggiore libertà in linea con quanto previsto dal codice civile. D’altronde, si spiega, il caso Mps-Fruendo avrebbe dovuto già insegnare qualcosa al tavolo sindacale: anche di fronte a sentenze favorevoli per chi fece ricorso, Montepaschi non ha mai reintegrato i lavoratori che hanno vinto le cause. Ciò perché, in un clima di grande difficoltà economica per le banche, per avere una sentenza definitiva servono decenni e intanto le vicende aziendali non si fermano.

In quest’ambito, occorre rimarcare l’equilibrio e la responsabilità dimostrati dal segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan, che più volte si è speso per un accordo per tutelare al meglio tutti i lavoratori a rischio esternalizzazione e vale la pena ricordare che lo stesso Furlan sta gestendo molto bene la sua organizzazione sindacale, marcando positivamente la differenza con chi lo ha preceduto fino all’anno scorso.

La vicenda Bnl, che Affaritaliani.it continuerà a raccontare passo-passo come fatto finora, si infittisce: il quadro è pieno di ombre e gli stessi lavoratori cominciano a prendere le distanze e ad avere qualche dubbio sul sindacalista e sulla organizzazione sindacale che li stanno spingendo a fare causa alla banca.

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