Boccia chiama la moglie di Sangiuliano. "Suo marito la tradisce, sono io l’amante"

La clamorosa telefonata. I dettagli

di Redazione
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La manager campana rischia 7 anni di carcere


La denuncia di Gennaro Sangiuliano contro Maria Rosaria Boccia ha spinto la procura di Roma. La 41enne è indagata per lesioni e violazione della privacy. Perché secondo i pm la manager campana "esercitava minacce idonee a compromettere la figura politica e istituzionale di Gennaro Sangiuliano, all’epoca dei fatti ministro per la Cultura, in modo da turbarne l’attività e ottenere il conferimento della nomina a Consulente per i Grandi Eventi, incarico di diretta collaborazione del ministro". Ed è per questo, spiega Repubblica, che si potrebbe profilare un’ipotesi di reato ben specifica. Quella di chi "usa violenza o minaccia a un corpo politico" o ai suoi componenti per "turbarne l’attività", ovvero il reato previsto all’articolo 338 del codice penale: "violenza o minaccia a un corpo politico". Si rischiano fino a 7 anni di carcere.

"Volevo solo informarla che suo marito la tradisce, io sono l’amante" Questo sarebbe il contenuto della telefonata che Boccia avrebbe fatto alla moglie dell’ex ministro, secondo la denuncia, per esercitare pressioni ulteriori sulla sua nomina a consigliera per i Grandi Eventi. Ne parla oggi La Stampa, che riporta un periodo di telefonate continue e messaggi insistenti, in cui, l’imprenditrice sciorinava dettagli della elazione. Finanche al racconto di gite romantiche, regali, cene e scambio di cuoricini. Tutto documentato, sembra, sul pc e sullo smartphone della donna. Potrebbe configurarsi anche il reato di violazione della privacy e violenza privata. Così come la vicenda del furto della fede nuziale, che, secondo la versione dell’ex ministro, la donna gli avrebbe rubato e nascosto. Secondo il quotidiano torinese i pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, starebbero valutando anche se contestarle il reato di tentata estorsione.