Coronavirus, Cts: "Inizio pandemia? Scelte al buio. Gestione zeppa di errori"

L'ammissione dell'ex coordinatore Agostino Miozzo: "Abbiamo preso decisioni drammatiche senza avere nessuna informazione"

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Agostino Miozzo (ex Cts): "Nessuno condivideva le informazioni"

Il Coronavirus in Italia adesso fa meno paura. La variante omicron si è rivelata più leggera rispetto alla Delta e pian piano anche gli ospedali si stanno svuotando, complice anche la campagna vaccinale che ha portato all'immunizzazione di circa il 90% della popolazione. Ma sull'inizio della pandemia tante cose ancora non tornano, specie la gestione da un punto di vista scientifico e sanitario e le scelte strategiche. "La gestione di qualsiasi emergenza - spiega l'ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo al Corriere della Sera - è zeppa di errori. Pensiamo al contesto in cui ci siamo mossi: abbiamo dovuto prendere decisioni drammatiche, praticamente al buio. Senza informazioni, senza elementi di certezza, senza una guida da parte degli organismi internazionali".

"Nei primi giorni del 2020 - prosegue Miozzo al Corriere - le uniche informazioni arrivavano dalla Cina. Fino a metà febbraio negli Stati Uniti e in Europa si sapeva dell’esistenza di una malattia grave nella regione di Wuhan. Il 20 dello stesso mese, nel mondo occidentale, i casi erano 924 e 585 riguardavano il focolaio della Diamond Princess, la nave bloccata al largo di Yokohama. Ricordo che solo l’11 marzo l’Oms ha annunciato ufficialmente l’avvio della pandemia. Nessun organismo extra nazionale, a cominciare dall’Ue, ha condiviso comunicazioni di allarme fornendo istruzioni di comportamento. Certo se avessimo anticipato al 20 febbraio le chiusure, la diffusione sarebbe stata diversa. Ma mancavano i presupposti per deciderlo".

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