Coronavirus, lo spettro della zona arancione. Zaia: "Questione di settimane"

I numeri peggiorano ovunque. Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna abbandoneranno il bianco con l'inizio dell'anno nuovo. Il Piemonte subito in giallo

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Coronavirus, il Piemonte va subito in zona gialla. Altre a rischio

La variante Omicron del Coronavirus ormai è quasi dominante sulla Delta anche in Italia. I numeri peggiorano rapidamente, ieri il numero dei contagi ha fatto registrare un record mai visto prima, neanche all'inizio della pandemia: 45 mila positivi in un solo giorno. La situazione negli ospedali è tornata ad essere allarmante, aumentano i ricoveri ordinari e in terapia intensiva e i morti sono più di 150 ormai da giorni. La pandemia - si legge sul Messaggero - sta colpendo duramente l'Italia, ma non avremo un Natale in giallo in tutte le Regioni. Oggi rischia solo il Piemonte, mentre per Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna se ne riparlerà tra sette giorni. Secondo i dati Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) il Piemonte è sul filo del rasoio: 10 e 15 per cento di occupazione dei posti letto rispettivamente in terapia intensiva e nelle aree mediche.

Malgrado la folle corsa dei contagi di ieri, - prosegue il Messaggero - nessuna delle Regioni e delle Province autonome in giallo ha i numeri per passare in arancione. Ad esempio in Veneto il governatore Luca Zaia ipotizza che per il salto nella fascia con maggiori chiusure, se mai ci sarà, bisognerà attendere tre settimane:  "In questo momento siamo al 17-18 per cento di occupazione in area non critica. Questo vuol dire che per raggiungere il 30 per cento, soglia limite per passare in zona arancione, si dovrebbero aggiungere, all'incirca, un altro migliaio di pazienti in più. Nel giro di 20 giorni, dovremo cominciare a porci il problema della zona arancione".

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