Covid, Remuzzi: "Giusto fare i test negli aeroporti. Cina? Ha sbagliato tutto"

Il direttore dell'istituto Mario Negri: "Se cominciasse a diffondersi in modo massiccio la variante Gryphon, la situazione diventerebbe preoccupante"

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Covid, Remuzzi: "Inammissibile la scelta di Pechino sul virus"

La nuova emergenza Covid con il boom di contagi in Cina preoccupa ancora una volta il mondo intero. L'Italia ha deciso di effettuare tamponi negli aeroporti a tutti i passeggeri cinesi e la decisione è stata subito dichiarata "non necessaria" dall'Ue. Ma il professor Giuseppe Remuzzi difende la decisione presa dal ministro della Salute Schillaci. "È corretto testare per Covid i passeggeri provenienti dalla Cina - dice Remuzzi al Corriere della Sera - con l’obiettivo di sequenziare le varianti (sono sufficienti alcune centinaia di sequenziamenti), per avere un’idea precisa di cosa sta arrivando dal Paese asiatico. Se le varianti appartengono tutte alla famiglia di Omicron, come sembrerebbe finora, possiamo stare relativamente tranquilli perché i vaccini proteggono all’80% dalla malattia grave e, in percentuale minore, anche dall’infezione. La situazione sarebbe più preoccupante se comparisse una variante diversa da Omicron o cominciasse a diffondersi in modo massiccio Gryphon (Xbb), e in particolare la sua sottovariante Xbb.1.5, che dai primi dati sembra dare un rischio di reinfezione elevato".

"Siamo - prosegue Remuzzi al Corriere - in una fase delicata, ma non allarmiamoci prima del tempo. Quello che sta accadendo in Cina, con un milione di nuove infezioni al giorno (che secondo le stime potrebbero aumentare fino a 3-4 milioni tra gennaio e marzo), è dovuto alla sconsiderata strategia "zero Covid": si è puntato tutto sull’isolamento, la campagna vaccinale ha rallentato in modo significativo e il virus ha circolato poco. Dal "tutto chiuso" si è passati improvvisamente al "tutto aperto": in questo modo il virus ha terreno libero perché incontra una popolazione poco immunizzata. È un errore inammissibile a quasi tre anni dall’inizio della pandemia".

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