Green Pass, colf e badanti cacciati di casa se senza documento. Nuove regole

Il governo specifica: "Anche chi lavora a tempo pieno e non ha la carta verde sarà costretto ad abbandonare l'alloggio"

Coronavirus
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Green Pass, colf e badanti cacciati di casa se senza documento

L'emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta. Preoccupa la variante delta, considerata sette volte più contagiosa rispetto al virus tradizionale. Il governo è corso ai ripari con la decisione di rendere obbligatorio il Green Pass in tutti i luoghi di lavoro, sia nel settore pubblico che nel privato. Questa decisione riguarda anche colf e badanti. Dopo giorni di consultazioni tra i vari ministeri, - si legge sul Corriere della Sera - il governo chiarisce l’interpretazione delle norme che riguardano il lavoro domestico. E specifica che anche chi svolge lavoro domestico a tempo pieno sarà costretto a lasciare l’alloggio. Il rischio: multe e sanzioni identiche a quelle previste per tutti gli altri lavoratori privati. Una precisazione resa necessaria soprattutto a fronte del rifiuto di alcuni collaboratori domestici che pretendevano di continuare a svolgere le proprie mansioni pur non essendo vaccinati oppure senza essersi sottoposti a tampone.

Dal giorno di entrata in vigore dell’obbligo di certificazione verde, il 15 ottobre scorso, - prosegue il Corriere - sono arrivati all'Inps 152.780 certificati di malattia con un aumento del 14,6%. Se per cinque giorni la badante non fornisce un green pass valido, il datore di lavoro può procedere alla sua sostituzione. Nell misura del governo non è specificato chi debba svolgere i controlli sui datori di lavoro, ma gli uffici tecnici spiegano che le verifiche possono essere effettuate sia dagli ispettori del lavoro, sia dalle forze dell’ordine. Il datore di lavoro è tenuto a verificare che chi lavora per lui abbia il green pass e a non far lavorare chi non lo ha. Se continua a far lavorare chi non ha il green pass può essere sanzionato dal prefetto secondo le regole ordinarie.