Green Pass, referendum impossibile. Cogliamone l’aspetto comico/tragico

Auspichiamo ai promotori di raggiungere il traguardo di firme necessarie, ma abbiamo diversi dubbi

di Vincenzo Donvito*
Coronavirus
Condividi su:

Auspichiamo ai promotori di raccogliere le firme necessarie, corredate di certificati di iscrizione alle liste elettorali dei sottoscrittori, e auspichiamo che superino il vaglio della Corte Costituzionale sulla legittimità dello stesso. Ma abbiamo molti dubbi che l’iniziativa non sia fine a se stessa e solo per cavalcare l’onda lunga di fatti politici referendari che stanno innegabilmente stravolgendo gli assetti del regime partitocratico parlamentare.

Questo per cercare di capire e spiegare perché la disperazione può anche trovare espressione politica, ma ci sono anche gli strumenti tecnici che svolgono una determinante funzione. Nella fattispecie, la “disperazione” è quella di chi comincia a sparare a caso non avendo più davanti a sé ben chiaro quale sia l’obiettivo e la strategia per poterlo raggiungere. E si butta nella mischia al grido di “muoia Sansone con tutti i filistei”, auspicando che nella memoria della storia rimanga segno del proprio “bel gesto”.
Oltre alla comprensibile necessità di visione mediatica, non riusciamo a trovare altra lettura di questa iniziativa.

Siamo in emergenza sanitaria, il green-pass è per oggi, la eventuale consultazione referendaria dovrebbe tenersi la primavera prossima, salvo rinvii per vari motivi tecnici e politici (soprattutto il fatto che il provvedimento potrebbe non più esserci), e quindi abbiamo un fare per il fare e non per qualcosa.
Contenti gli organizzatori… ci dispiace solo che sarà solo ulteriore occasione per i detrattori del referendum per parlarne contro.

Detrattori che, invece di trovare anche il lato comico/tragico di questo referendum, crediamo si prodigheranno in una sorta di minestrone giustizialista a base di cannabinolo auspicando benefica eutanasia dello strumento. Comunque, crediamo sia anche un bene che anche la “disperazione” abbia un proprio ruolo: il polso della civiltà giuridica e politica deve considerare anche questi aspetti.

*Vincenzo Donvito, Presidente di ADUC