"Il panettone alla 'nduja l'ho creato io", chef fa causa ad azienda per plagio

Lo 'ndujattone, il re delle tavole calabresi a Natale, finisce in tribunale

Panettone Nduja
Coronavirus
Condividi su:

Il panettone alla 'nduja in Tribunale, uno chef calabrese fa causa a un'azienda per plagio: "Mi hanno rubato l'idea"

Per lo chef di Gioia Tauro Pierino Rosace, 53 anni, è stata una sorpresa amara vedere la sua idea al Tutto Food di Milano, esposta dai titolari dell'azienda che l'avevano assaggiata nel suo ristorante, la trattoria di Vico Scuro. Ora il panettone alla 'nduja, destinato alle case dei produttori per Natale, finisce in tribunale. "Ritengo di essere stato derubato di una mia idea, porterò avanti la questione per vie legali", ha dichiarato Rosace.

"Il Pandivico è il sogno frutto del mio lavoro. È un prodotto che ho messo in commercio nell’ottobre 2020. Prima ne esisteva soltanto uno simile, ma salato – spiega Rosace – L’anno scorso, nel periodo natalizio, viene a mangiare da me un tizio che si presenta come appartenente ad un salumificio di Spilinga. In modo ospitale gli faccio assaggiare la mia creazione e mi dice che loro se ne fanno produrre uno salato senza cioccolato da una pasticceria. A distanza di un anno vengo a scoprire che questi, spacciandola per una propria invenzione, porta il panettone dolce alla manifestazione culinaria Tutto Food, dove viene addirittura premiato da Coldiretti per l’innovazione".

"L'idea, purtroppo - dice Rosace -  non si può brevettare.  Ho scoperto quanto è accaduto quando ho visto che l'azienda, che produce 'nduja, l'ha pubblicizzato su Instagram. Sia ben chiaro - precisa - che non sono in cerca di soldi o pubblicità, mi sarebbe bastato un confronto con queste persone, invece c'è stata una chiusura totale da parte loro. Ho commentato la loro foto su Instagram scrivendo che il panettone era una mia idea. Per tutta risposta hanno rimosso le mie frasi".

"Qui nel Reggino - continua Rosace - c'è molta povertà, si sta peggio che nelle altre province calabresi, è difficile portare il pane a casa. Su di noi calabresi ci sono anche molti luoghi comuni e mi dispiace constatare che un'azienda da cui ci si aspetta che rappresenti la parte sana della Calabria si comporta in maniera disonesta. Io - dice - non voglio essere rappresentato da gente che si comporta così".

La famiglia di Rosace non produce in quantità industriale. "Ci appoggiamo a una pasticceria locale - racconta lo chef calabrese - per vedere i panettoni che possiamo realizzare. Intenterò una causa  di cui stiamo valutando i termini con i nostri legali. Ripeto, non chiedo soldi, ma solo che sia ristabilita la verità".

Alle spalle un passato difficile, il suo ristorante è molto frequentato. Nel 2017 Rosace ha partecipato a un'iniziativa con finalità sociali, la "cena galeotta" promosse dall'Unicoop di Firenze nell'ambito  del progetto "Il cuore si scioglie". Insieme con un gruppo di detenuti del carcere toscano di Volterra, ha preparato dei pasti, consumati, su prenotazione, da persone libere che hanno cenato nel penitenziario, dove si sperimentano iniziative finalizzate al reinserimento dei detenuti nelle società. Rosace gestisce un'attività economica, ma non disdegna di partecipare a iniziative benefiche. "Il ricavato di alcune vendite - dice - pari a 4.200 euro, è stato devoluto in beneficenza al Burkina Faso".