Medici no vax, sospensioni col contagocce. Il 60% a lavoro senza provvedimenti

La media nazionale è del 2,1% di personale non vaccinato. Ma ci sono Regioni come il Friuli Venezia Giulia che arrivano al 10%

Coronavirus
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Medici no vax, poche sospensioni. Il 60% a lavoro senza provvedimenti

L'emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta. Gli ospedali, a causa della variante delta, sette volte più contagiosa rispetto al virus tradizionale, sono tornati a riempirsi, sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva. Proprio in quei luoghi si registra un problema legato al personale no vax. A oltre cinque mesi dall’entrata in vigore del decreto legge 44, che obbliga gli operatori sanitari e sociosanitari a vaccinarsi contro il Covid-19, - si legge sul Fatto Quotidiano - più del 60% dei medici non vaccinati continua a lavorare. Nonostante la norma sancisca che l’immunizzazione è requisito essenziale per l’esercizio della professione. Una percentuale altissima. E alla quale va aggiunta quella che riguarda gli altri operatori della sanità: infermieri, psicologi, fisioterapisti.

La stima - prosegue il Fatto - arriva dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici. Il presidente Filippo Anelli ha fatto una ricognizione. Alla data di ieri solo 40 Ordini su 106 avevano ricevuto dalle aziende sanitarie la segnalazione del provvedimento di sospensione di iscritti all’albo. Questo per un totale di 600 comunicazioni in tutta Italia (comunicazioni che sono indispensabili per annotare la sanzione). Attualmente gli operatori sanitari e sociosanitari non vaccinati sono il 2,1%. Con grandi differenze tra le regioni. Le defezioni si concentrano soprattutto in Sicilia (4,8%), Puglia (6,5%), Emilia-Romagna (7,2) e Friuli-Venezia Giulia, dove addirittura raggiungono il 10%. Poi c’è il Trentino, con il 4,1%.