Green pass fino all'estate, stato di emergenza a marzo. Scuola, nuove regole
Scuola, arrivano le nuove regole Covid: con tre casi tutti in quarantena e Dad
Green pass obbligatorio fino a giugno, stato di emergenza fino a marzo: l'ipotesi del governo
La possibile proroga dello stato di emergenza trova il favore di Pd e Forza Italia. Mostrano invece cautela le altre forze di maggioranza che, per ora, preferiscono non esporsi. Contraria l'opposizione. Giorgia Meloni accusa la sinistra di aver già messo in atto una "campagna di mistificazione". Al momento si tratta solo di un'ipotesi. Sulla quale, però, il governo sta già riflettendo, tanto che domenica scorsa il ministro della Salute Roberto Speranza, ospite di Mezz'ora in più, non ha affatto escluso la possibile proroga dello stato di emergenza per contrastare la pandemia da Covid ("ci baseremo come sempre sull'evidenza scientifica", ha garantito, aggiungendo che "se sarà necessario ancora avere l'impianto anche legislativo, lo decideremo nei giorni immediatamente precedenti alla scadenza e non avremo alcun timore a prorogarlo come è stato fatto in altri momenti"). A pesare a favore di una decisione in tal senso è l'andamento dei dati relativi ai contagi, in crescita da alcuni giorni, ma soprattutto la necessità di confermare alcune misure strettamente connesse allo stato di emergenza, partendo dalla campagna di vaccinazione, con la somministrazione della terza dose, ma anche l'obbligo delle mascherine e del green pass e lo smartworking, così come la necessità di confermare ruolo e funzioni del commissario straordinario per l'emergenza, con relativi stanziamenti di risorse. Il che renderebbe necessarie nuove norme ad hoc. Questo perchè, qualora l'esecutivo dovesse decidere di rinnovare lo stato di emergenza, non potrebbe procedere come avvenuto finora con una semplice proroga, ma occorrerebbe una nuova delibera di stato di emergenza. L'attuale normativa, infatti, scade il prossimo 31 dicembre ed è prorogabile per un solo mese, fino al 31 gennaio 2022. Dopodichè bisognerebbe intervenire con un nuovo stato di emergenza, visto che la legge di riferimento (il comma 3 dell'articolo 24 del Codice di protezione civile) dispone che "la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi". E i due anni scadono appunto a fine gennaio 2022. Dunque, il governo potrebbe decidere di prorogare l'attuale stato di emergenza per un altro mese, fino a fine gennaio, per poi valutare se e come intrvenire. O optare subito, entro il 31 dicembre, per un nuovo stato di emergenza da Covid-19 attraverso un decreto apposito, oppure un emendamento ad un altro provvedimento da approvare in Parlamento (non è escluso il ricorso al cosiddetto Milleproroghe).
In tutto, da inizio pandemia ad oggi, sono state cinque le poroghe dello stato di emergenza: stabilito la prima volta il 31 gennaio del 2020 per sei mesi, è stato poi prorogato fino al 15 ottobre (per due mesi e mezzo), poi ancora fino al 31 gennaio 2021 (tre mesi e mezzo), e ancora fino al 30 aprile (tre mesi) e al 31 luglio (altri tre mesi), fino all'ultima poroga al 31 dicembre (cinque mesi). Tra le ipotesi allo studio anche una differenziazione delle scadenze, ovvero stabilire un nuovo stato di emergenza fino a inizio primavera (si parla di fine marzo), mentre prvedere una durata più lunga, fino a inizio estate, per altre misure come l'obbligo del green pass. Il dibattito politico per ora non fa registrare toni barricaderi. Ma non è affatto escluso che la maggioranza possa tornare a dividersi sulle misure per fronteggiare il Covid, come già accaduto ad esempio sulla certificazione verde, con la Lega inizialmente contraria. "Valutiamo e monitoriamo i dati. La speranza è che da parte di chi non si è ancora vaccinato nasca la consapevolezza di come vaccinarsi sia fondamentale per uscire dalla pandemia", spiega il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che oserva: "Un'eventuale prolungamento dello stato di emergenza o delle misure restrittive è correlato al numero di vaccinati". Insomma, "è chiaro che i cittadini che non si vaccinano rischiano di assumersi la responsabilità di vedere prolungate alcune restrizioni. Se arrivassimo al 90% di immunizzati probabilmente saremmo in grado di aprire una fase nuova, una fase in cui si può prevedere un allentamento delle restrizioni in essere", conclude il sottosegretario. Nessun dubbio sul da farsi per Anna Maria Bernini: "Con il virus che ha ripreso a circolare, con un balzo dei casi settimanali di oltre il 42% e con le vaccinazioni rallentate, è inevitabile la proroga del green pass e dello stato d'emergenza, insieme all'accelerazione delle terze dosi", afferma la capogruppo di Forza Italia al Senato. "Se ce ne sarà bisogno trovo opportuno che venga prorogato", è la posizione del governatore ligure e fondatore di Coraggio Italia Giovanni Toti. "Se serve avere ancora prudenza sul tema del green pass e della proroga dello stato di emergenza credo che sia una scelta giusta e coerente con quanto fatto fino ad ora", spiega Stefano Vaccari, responsabile organizzazione del Pd. Dello stesso avviso Francesco Boccia: "La proroga dello stato di emergenza, così come quella dell'utilizzo del green pass, credo sia inevitabile. Con l'autunno, com'era facile immaginare, salgono i contagi e aumentano i rischi per i non vaccinati". E di fronte al silenzio leghista, l'esponente dem si augura, "dopo tutto quello che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, che la destra almeno stavolta non ricominci a strizzare l'occhio ai no green pass e a chi non vuole il perdurare dell'emergenza sanitaria. In questo momento serve la massima unità politica".
Scuola, nuove regole Covid: niente Dad per tutta la classe nel caso di un solo positivo. Rimane la quarantena differenziata per il rientro tra i banchi
Una delle principali novità che il protocollo in fase di finalizzazione - sarà approvato tra oggi e domani - dovrebbe introdurre è che con un solo positivo sarà risparmiata la quarantena alla classe intera. Il documento è rivolto alle aziende sanitarie locali ed è opera del lavoro congiunto del Ministero dell’Istruzione, insieme al Ministero della Salute, all’Istituto Superiore di Sanità e alle autorità regionali.
Le attese maggiori sono proprio sulla gestione delle quarantene scolastiche, sostanzialmente fino a ora immutata rispetto allo scorso anno, a differenza però del quadro sanitario. E' Skuola.net a elencare gli aggiornamenti in questione.
Quando si passa in Dad
Mentre fino a oggi con un solo studente positivo era tutta la classe ad andare in Dad con il nuovo protocollo il numero limite a partire dal quale slitterebbe a tre studenti, affinche scatti l’isolamento di compagni e docenti venuti in contatto con il positivo. Molto dipenderà dalla fase di tracciamento, ovvero la procedura prevista per gli alunni entrati a contatto con l’alunno già individuato positivo. Perché, se il test allargato viene effettuato non appena appena scoperta la positività - cioè in tempo zero (T0) - e l’esito fosse negativo per tutti i contatti, la classe potrà proseguire con le attività in presenza, senza osservare la quarantena. Il tampone, in ogni caso, verrà ripetuto dopo cinque giorni (T5), per avere la certezza dell’effettiva negatività delle persone coinvolte.
Per i docenti che hanno svolto attività in presenza nella classe del caso positivo, se questi ultimi sono vaccinati, verrà applicata la "sorveglianza con testing" con tampone T0 e T5, come avviene per gli alunni. I professori non vaccinati invece dovranno osservare la quarantena di dieci giorni, con un tampone effettuato all’inizio del periodo e, anche se negativi, alla fine del periodo di isolamento.
Due alunni positivi
Nel caso di due alunni positivi nella stessa classe, si applicheranno misure diverse (ma uguali in tutta Italia): per alunni e docenti vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi dopo aver contratto la malattia, la scuola continua in presenza ma con la "sorveglianza con testing". Mentre studenti e docenti non vaccinati dovranno osservare una quarantena di dieci giorni dopo la quale dovranno sottoporsi al tampone. Se negativo, potranno rientrare in classe.
Tre alunni positivi
Nel caso di tre o più casi di positività in una classe la quarantena sarà imposta a tutti, con le regole attualmente vigenti. Quindi sette giorni di isolamento per i soggetti già vaccinati, dieci per i non vaccinati. Anche in questo caso, alla fine del periodo di quarantena tutti dovranno fare un tampone prima di poter rientrare in classe.
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Quarantena differenziata
Per il momento dovrebbe invece rimanere uguale il sistema “differenziato” per il rientro in classe: l'isolamento continuerà con durata diversa, per chi si è vaccinato 7 giorni (ovviamente laddove ciò è consentito ai ragazzi), 10 giorni per chi ancora non ha completato il ciclo vaccinale. Inoltre, resta fermo il fatto che siano le Asl a decidere di volta in volta la linea da seguire, ed è questo a provocare una non omogeneità delle tempistiche di isolamento. Il dirigente scolastico avrà più potere decisionale in quanto, in presenza di uno studente positivo nel proprio istituto e di mancata risposta tempestiva da parte della Asl di competenza, sarà proprio il preside col referente Covid a dover individuare i possibili “contatti scolastici” del caso positivo e a prescrivere il da farsi, seguendo le indicazioni contenute nel documento.
Scuola dell'infanzia
Nei servizi educativi per l’infanzia, dove i bambini non sono tenuti a indossare mascherine, tutto verrà gestito in continuità con le modalità applicate fino a oggi. Per tutti gli alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo del positivo verrà prescritta la quarantena di dieci giorni, con tampone alla fine del periodo di isolamento, senza possibilità di deroghe o sconti. I docenti che hanno svolto attività in presenza nella sezione del bambino positivo dovranno osservare un periodo di quarantena che varia da sette giorni, per i vaccinati, a dieci giorni, per i non vaccinati, al termine del quale anche per loro sarà previsto il consueto tampone.