Scuola, obbligo mascherina a partire da 6 anni e tamponi salivari. Le regole
Le indicazioni messe a punto da Iss e Regioni. Oggi il premier presenta il piano per il ritorno in classe
Scuola, obbligo mascherina a partire da 6 anni e tamponi salivari
Il Coronavirus in Italia continua a far paura. I positivi tornano ad aumentare e preoccupa la situazione negli ospedali, tornati ad essere sotto pressione sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva. C'è da fronteggiare la variante delta, sette volte più contagiosa rispetto al virus tradizionale. Oggi il premier Draghi in conferenza stampa presenterà il piano per il rientro a scuola, previsto tra meno di due settimane. Il documento che l’Istituto superiore di Sanità - si legge sul Corriere della Sera - ha limato ieri pomeriggio insieme alle Regioni, è l'ultimo tassello prima dell’inizio della scuola. La questione più delicata è stata quella delle mascherine: è obbligatorio indossarle a scuola dai 6 anni all’università. Sempre. È raccomandata «fortemente» la mascherina di tipo chirurgico in ogni situazione, si legge nel documento, ma è «indispensabile» solo «laddove non sia possibile il distanziamento di almeno un metro». Dunque, dove tutte le misure di prevenzione a partire dalla distanza sono rispettate, le scuole potrebbero decidere anche, in situazioni eccezionali, cioè per i bambini più piccoli, l’uso delle mascherine di comunità, cioè in stoffa.
L’Istituto di Sanità - prosegue il Corriere - ricorda che le scuole secondarie e le università «devono essere in condizioni di implementare la didattica a distanza in base alle condizioni epidemiologiche». Didattica a distanza che dovrà essere limitata «esclusivamente» a singole scuole o a specifiche aree territoriali con provvedimenti dei presidenti delle Regioni dei sindaci in zona arancione o rossa. Dunque, il passaggio di zona non implica automaticamente l’attivazione della Dad. Partirà da metà settembre anche la campagna di tamponi salivari a campione che interesserà ogni mese circa 110 mila studenti delle scuole elementari e medie che si trovano nelle cosiddette «scuole sentinella» individuate dalle Regioni. Si interviene in modo mirato: 55 mila studenti ogni quindici giorni, su base volontaria, a turno classe per classe nelle scuole identificate a livello provinciale.