Super Green Pass, eliminarlo non basta: dal 15 giugno via l'obbligo vaccinale

Il timore è (anche) che dall'obbligo del vaccino si torni all'obbligo del tampone, e come nel gioco dell'oca al punto di partenza

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma
Coronavirus
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Green Pass rafforzato-obbligo vaccinale, il rischio della discriminazione tra cittadini e categorie di lavoratori con annessi problemi di privacy

Il Presidente del consiglio, intervenendo al Teatro del Maggio musicale fiorentino, ha affermato che “è intenzione del governo non prorogare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo. Da allora non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate”. L’obiettivo del governo, ha precisato il premier, è quello di allentare le maglie, “saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine Ffp2 in classe”.

Poi il Presidente del Consiglio ha parlato anche del Super Green Pass, detto anche Green Pass rafforzato, cioè del certificato verde rilasciato solo dopo aver completato il ciclo vaccinale primario (della durata di sei mesi), dopo aver fatto la terza dose (valido a tempo indeterminato) o a seguito di avvenuta guarigione (validità semestrale). Il premier ha specificato che “metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto – tra cui fiere, sport, feste e spettacoli”.

Parallelamente il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha detto che “per gli over 50 sui posti di lavoro l’obbligo del rafforzato dura fino al 15 giugno”, escludendo dunque una proroga come invece si era vociferato dalle parti del Ministro Speranza.

E fin qui la road map tracciata dall’esecutivo sembra seguire la strada della cessazione graduale di tutte le restrizioni, compreso il possesso del Green Pass rafforzato e l’obbligo vaccinale per gli over 50. Ma su tre punti in particolare il governo non ha ancora fatto chiarezza, e sono punti fondamentali.

Primo. Il Sottosegretario Costa ha detto che dal 15 giugno verrà meno l’obbligo del Green Pass rafforzato per gli over 50 sui posti di lavoro, ma non ha chiarito nulla sull’obbligo vaccinale per gli over 50, il quale potrebbe in teoria restare in vigore pur venendo meno l’obbligo di possedere il Green Pass rafforzato per andare a lavorare, rimanendo così in vigore la sola sanzione della multa di 100 euro una tantum. Il Green Pass rafforzato verrà forse sostituito dal certificato medico attestante lo stato vaccinale degli over 50? Un punto che va affrontato non certo a giugno ma al più presto.

(segue)

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Secondo. Se, come ci auguriamo, il governo decidesse di far cadere l’obbligo vaccinale per gli over 50, cosa ne sarà dell’obbligo vaccinale imposto ad alcune categorie di lavoratori? Al momento l’obbligo vaccinale vige per il personale medico-sanitario (decreto-legge n. 44 del 1° aprile 2021), per quello del comparto della difesa, sicurezza (forze dell’ordine) e soccorso pubblico e infine per il personale scolastico compresi insegnanti e docenti universitari (decreto-legge n. 172 del 26 novembre 2021).

Successivamente, il decreto-legge n. 1 del 7 gennaio 2022 - oltre ad introdurre l’obbligo vaccinale per gli over 50 - ha esteso l’obbligo del Green Pass rafforzato a tutti, sia per andare a lavorare (pena la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione) che per salire sui mezzi pubblici, compresi treni e aerei. Se il 15 giugno decadesse l’obbligo vaccinale per gli over 50, e probabilmente qualche settimana prima anche il Green Pass rafforzato, cosa ne sarà degli obblighi di vaccinazione imposti alle altre categorie di lavoratori?

Non vorremmo che, già a partire da settembre, ricominci la musica che insegnanti e professori universitari, oltre che medici e personale delle forze dell’ordine, pur venendo meno l’obbligo del Green Pass rafforzato, siano comunque obbligati alla vaccinazione e dunque ad esibire – al posto del certificato verde – un certificato medico attestante l’avvenuta vaccinazione, pena la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.

Questo, oltre a creare una stridente discriminazione tra cittadini e categorie di lavoratori, creerebbe non pochi problemi in tema di privacy. Nello specifico. In ragione della loro natura, i dati sanitari sono qualificati come dati sensibili dal Regolamento Ue n. 679/2016 (regolamento, quindi direttamente applicabile agli Stati membri), in linea con quanto già previsto dalla Direttiva madre n. 95/46/CE. Il Regolamento richiede al titolare del trattamento (in questo caso il servizio sanitario nazionale - Regione di residenza del cittadino che conserva il fascicolo sanitario) di adottare delle misure di sicurezza tecniche e di tipo organizzativo dirette ad assicurare la “minimizzazione” dei dati. L’eventuale permanenza dell’obbligo vaccinale solo per alcune categorie di lavoratori lederebbe proprio questo principio.

(segue)

Sia chiaro. Se non si vogliono più fare discriminazioni e se non si vuole violare la privacy di cittadini e lavoratori, dal 15 giugno deve cadere non solo l’obbligo del Green Pass rafforzato, ma anche l’obbligo vaccinale sia per gli over 50 che per tutte le altre categorie di lavoratori per le quali è stato introdotto.

Terzo. Il premier Draghi e il sottosegretario Costa hanno parlato solo di eliminazione del Green Pass rafforzato. Ci sorge un dubbio. Non è che l’intenzione del governo sia quella di superare il Green Pass rafforzato per tornare al Green Pass base, cioè quello da tampone? Questa sarà la strada “graduale” che l’esecutivo intende seguire da aprile in avanti, ma cosa accadrà dal 15 giugno in poi? Non vorremmo che dall’obbligo del vaccino si torni all’obbligo del tampone, e come nel gioco dell’oca al punto di partenza.