Vaccini, "AstraZeneca? Va vietato ai giovani. I rischi superano i benefici"
“Il governo blocchi i prossimi Open Day". La dura lettera di 24 medici. Due nuovi casi di donne con trombosi dopo aver ricevuto la prima dose, sono gravi
Vaccini, "AstraZeneca? Va vietato ai giovani. I rischi superano i benefici"
L'emergenza Coronavirus in Italia continua, anche se tutti gli indicatori sono in netto calo. La campagna vaccinale, complice anche l'apertura alle fasce d'età più giovani, fino a 12 anni, procede a ritmo spedito. Ma da 24 medici uniti arriva un grido d'allarme: "AstraZeneca sui più giovani? I rischi superano i benefici". Non sono bastati due interventi chirurgici, - si legge sul Fatto Quotidiano - uno per rimuovere il trombo cerebrale e l’altro per ridurre la pressione cranica provocata dall ’emorragia. La diciottenne ricoverata al San Martino di Genova, colpita da trombosi del seno cavernoso dopo la prima dose di AstraZeneca, ieri mattina era in condizioni “stabili nella loro gravità”. È in rianimazione, prognosi riservata. Un’altra donna, lucchese, 42 anni, è in rianimazione all’ospedale Cisanello di Pisa dopo un ictus: vaccinata con AstraZeneca il 26 maggio. Anche lei operata due volte.
“Siamo contrari agli Open Days AstraZeneca - spiegano i 24 medici - perché la somministrazione di questo vaccino ai soggetti minori di 40 anni, in particolare di sesso femminile, potrebbe comportare più rischi che benefici” Il vaccino anglo-svedese a vettore virale, - prosegue il Fatto - può causare una trombosi venosa associata a diminuzione delle piastrine, che si presenta a distanza di 5-15 giorni e può avere esito fatale. Questa complicanza è stata descritta in soggetti dai 20 ai 55 anni, ma le persone di gran lunga più colpite sono le giovani donne”. Per questo, “disapproviamo con forza il tipo di campagna intrapresa dagli organi governativi delle Regioni, perché non mette correttamente in guardia i giovani dai rischi, per bassi che siano, e approfitta del loro lecito desiderio di riprendere una vita ‘normale’, e avere un pass che permetta loro di muoversi per lavoro o per studio, o di andare in vacanza. Forse per utilizzare le dosi di AZ conservate nei frigoriferi perché rifiutate dagli ultrasessantenni, che correrebbero rischi trascurabili.