Vaccini, "Basta AstraZeneca ai giovani. Eventi avversi? Mortalità al 20-30%"
Veleria Poli, tra i firmatari della lettera: "Perchè correre rischi inutili, quando Pfizer è più sicuro. Az e Johnson&Johnson vanno dati solo agli over 60"
Vaccini, "Basta AstraZeneca ai giovani. Eventi avversi? Mortalità al 20-30%"
L'emergenza Coronavirus in Italia continua, anche se la campagna vaccinale procede a ritmo spedito. Ma da un gruppo di 24 medici è arrivato un grido d'allarme, con una lettera spedita al governo. "Interrompete gli Open Day dei giovani. AstraZeneca per i ragazzi è pericoloso". Valeria Poli, docente di Biologia molecolare all’Università di Torino e presidente della Sibbm (Società italiana di biofisica e biologia molecolare), è tra i firmatari dell’appello. "Dall’ultimo recentissimo report britannico con i dati disaggregati per fasce d’età - spiega Poli al Fatto Quotidiano - siamo a 18 casi di trombosi trombocitopenica indotta da vaccino, Vitt nell’acronimo inglese, per milione di vaccinati tra i 18 e i 49 anni, cioè quasi uno su 50 mila. Si tratta di patologie rare, ma non è eticamente giustificabile esporre le persone a un rischio che comporta, in caso di evento avverso, un 20/30 per cento di letalità".
"L’unica cosa da fare - prosegue la biologa Poli al Fatto - è riservare AstraZeneca e Johnson & Johnson alle persone sopra i 60 anni, come è raccomandato da Ema e Aifa. Ce ne sono ancora tante non vaccinate e rischiano di più dal Covid e meno per la Vitt. Ma, ripeto, gli Open Days sono fantastici per vaccinare i maturandi e in generale i giovani, che girano di più e possono trasformarsi in un serbatoio di infezione. Bisogna però farlo con Pfizer, che sta arrivando in grandi quantità. Vedo che cominciano a farlo anche a 40/41enni regolarmente prenotati per fascia di età".