Eredità Agnelli, nella lite anche i De Phalen contro i fratellastri Elkann

È ancora scontro sull’eredità Agnelli e ora in campo scendono anche i quattro fratelli de Pahlen contro i tre fratelli Elkann, tutti figli di Margherita

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È ancora scontro sull’eredità Agnelli e ora in campo scendono anche i quattro fratelli de Pahlen contro i tre fratelli Elkann. Peter, Anna, Tatiana e Sofia, figli di Margherita Agnelli, si schierano con la madre contro John, Lapo e Ginevra, nati dal primo matrimonio di lei. 

A riportare questa svolta è il Corriere della Sera, che ha visionato le carte di un’inedita causa civile avviata nel 2020 a Torino, da cui emerge che “per la prima volta i fratelli Elkann reagiscono chiedendo la condanna della madre ‘al risarcimento del danno patrimoniale, reputazionale e non patrimoniale’ da loro ‘patito’”. 
Oggetto del contendere è sempre la successione miliardaria di Gianni Agnelli, morto nel 2003, e della di lui vedova Marella Caracciolo, defunta dal 2019. 

Gli unici eredi nominati dalla vedova sono i nipoti Elkann ma la loro madre, Margherita, 65 anni, ha fatto causa in Svizzera. La novità riportata dal Corriere ora è che anche a Torino Margherita intende chiedere di dichiarare invalido “l’accordo” sull’eredità dell’Avvocato. I

Secondo gli Elkann, “i due macigni di cui vorrebbe disfarsi sono, piuttosto, due fondamentali accordi negoziati e liberamente sottoscritti proprio da colei che ora come nel 2007 vuole cancellarli dal mondo del diritto” e grazie ai quali ha ottenuto 1,2 miliardi.

Ma secondo Margherita si tratta di un complotto. La madre, ormai anziana, infatti, sarebbe “stata indotta a rilasciare i testamenti, nonostante non ne potesse comprendere la portata” perché per motivi di salute era “minata nella sua effettiva capacità naturale a testare”. 

Inoltre, i tre testamenti svizzeri non sarebbero validi per vizi di forma: notaio e testimoni non parlavano l’italiano, Marella non parlava il tedesco (sono stati redatti in Svizzera), è sbagliata la data di nascita, le firme sono tremule, l’ultima “irriconoscibile”.

La cassaforte Dicembre 

Donna Marella aveva donato al nipote primogenito John e in parte anche a Lapo e Ginevra “quote rilevanti della cassaforte di famiglia Dicembre per governare l’impero Exor-Fiat”. Ma si legge ancora sul Corriere: “Nel 2004, con Fiat in stato comatoso, le quote valevano relativamente poco. A febbraio 2019 la stima è invece di 3 miliardi. Sommando le ville e i 900 milioni offshore alle British Virgin Islands si arriverebbe a oltre 4 miliardi. Alla figlia spetterebbero quindi non meno di 2 miliardi”, se dovesse vincere la causa.

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Ma se anche la perdesse, l’esclusione dall’eredità materna farebbe diventare eredi al suo posto tutti i suoi otto figli: ecco quindi che quattro fratelli de Pahlen sono scesi in campo per rivendicare diritti su 1,1 miliardi, mentre la quinta figlia, Maria, ha preferito non schierarsi.

L’ultimo punto esaminato dal Corriere è poi che, secondo Margherita, la madre avrebbe avuto residenza in Italia, dove è morta, e quindi la successione andrebbe regolata dal diritto italiano e non svizzero, ecco perché ha avviato una causa anche a Torino, oltre che a Ginevra.