I Måneskin si sposano a Roma, per l'uscita di "Rush", ma l'America li stronca

Tra gli invitati alla cerimonia l'ex direttore creativo di Gucci, che ha creato i look Alessandro Michele

Costume

Roma, i Måneskin si sposano per lanciare l'ultimo album "Rush!", ma la critica americana li stronca di netto

Måneskin si sono sposati. Scritta così si pensa a un matrimonio canonico, ma la band capitolina, in occasione del lancio del nuovo disco "Rush!", oggi (20 gennaio), hanno organizzato una vera e propria cerimonia con tanto di invitati documentata via social. 

Lo scatto in rete è già iconico ed è il momento saliente dove i quattro dicono si 'sì'. Victoria e Ethan vestiti da spose (con tanto di velo e trasparenze cut out) e Damiano e Thomas in abito da sposi, tutti rigorosamente in bianco, si scambiano baci appassionati all’altare di Palazzo Brancaccio a Roma. Il lieto evento ha reso il 19 gennaio una data già cult, con un celebrante d’eccezione, l'ex direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, che ne ha curato i look di maggior impatto.

"Damiano, Ethan, Thomas e Victoria – ha chiesto loro - volete prendervi in matrimonio promettendo di essere fedeli l'un l'altro sempre, nella gioia e nel dolore, nell'amore e nell'onore ogni giorno delle vostre vite?". La risposta, all’unisono, è stato un fragoroso: "Yes". Il rito si è concluso con un’invocazione ad Apollo, Dio della musica, che ha sugellato l’impegno del poker di musicisti (alla faccia della presunta aria di crisi circolata dopo l’assenza di Victoria alla festa di compleanno di Damiano).

Gli indizi del lancio di "Rush!" erano già nell'aria da qualche giorno e, a confermare che i Måneskin stavano architettando qualcosa ci si è messo anche il loro amico Fedez. Il rapper oltre a essere uno dei selezionatissimi invitati ha condiviso su Instagram il dress code "Rock in  love".

I Måneskin si sposano a Roma, per l'uscita di "Rush", ma l'America stronca l'album "Rush!", le canzoni sono "così chiaramente riciclate" e "mediocri"

Così, mentre i fan sono rimasti a vegliare l'attesa del lancio dell'album "Rush!" dei Måneskin con tanto di matrimonio scaccia crisi, il critico musicale Spencer Kornhaber spara a zero sulla band. Se ai pezzi con cui sono diventati famosi, da Zitti buoni a Beggin, riconosce "l'audacia" e delle atmosfere felicemente "sporche", capaci di anteporre uno spirito pure ribelle a delle melodie orecchiabili, ecco che in "Rush!" l'incantesimo si rompe.

Secondo Spencer Kornhaber le nuove canzoni sono "così chiaramente riciclate" e "mediocri" da far dubitare dell'idea stessa – in voga lì come da noi, evidentemente – che siano loro la band deputata a riportare il rock di moda, per spartirsi l'egemonia culturale con il pop e il rap. A questo giro il piatto piange, con strutture "punk-disco" classiche e ripetitive dove la voce di Damiano e le chitarre di Thomas (sempre in primo piano) non sembrano all'altezza della ritmica, coreografie "flosce" e testi che in maniera innocua e da copia-incolla di certi classici raccontano questa nuova vita in cui fanno "l'amore con il pericolo" (citiamo dai pezzi) e vedono e vivono gli eccessi dello star system. "Più che le influenze classiche della band, come Stooges e MC5, vengono in mente imitazioni come Cold War Kids e Jet", conclude l'Atlantic, ammettendo che "il fascino della band non è per forza nella musica", ma magari la sua natura televisiva, e questo ovviamente sminuisce le ambizioni e lo spessore artistico "dell'industria del rock".

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