Il triste spettacolo dei vip che scappano dal fuoco di Pantelleria sugli yacht

Jeeg Robot non abita più le polverose e degradate periferie pasoliniane di Roma est, ma i panfiloni milionari

Di Giuseppe Vatinno
Costume
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I vip scappano da Pantelleria in fiamme con lo yacht

Quanto sia scollata la “vipperia” italiana dal mondo reale lo dimostra la loro fuga nello yacht dello stilista Giorgio Armani, dopo l’incendio nell’isola di Pantelleria di qualche giorno fa. A leggere le loro dichiarazioni c’è veramente da farsi cadere le braccia. Inizia la giornalista Myrta Merlino, quella dal nome fico e semigreco di una pianta, che dichiara contrita e affaticata, nonché (giustamente) paonazza: “Ci siamo sentiti disperati e impotenti davanti a quelle fiamme…"Abbiamo visto le fiamme mangiare la collina sotto i nostri occhi... Gadir è uno dei luoghi più belli e verdi dell’isola. E siamo scappati, abbiamo avuto appena il tempo di prendere i portafogli e gli smartphone. Ho fatto non so quante telefonate a Roma per segnalare quanto stava accadendo". Vicino a lei il marito Marco Tardelli annuiva silenzioso e muto con lo sguardo intenso e partecipato dell’ex ministro Toninelli quando pensa.

A parte la teatralità della lamentazione c’è da chiedersi come mai la conduttrice de L’aria che tira ha fatto “telefonate a Roma” invece che “telefonate a Pantelleria” dove risiedono i mezzi di soccorso. Forse che la vip voleva cercare un percorso più rapido di quello riservato ai cittadini comuni, sentendo amici politici e istituzionali? Oppure è solo una vanteria? Ah saperlo…Notare anche come la prima reazione patellare del vip sorpreso da un evento avverso sia quello di accalappiare immediatamente portafogli e naturalmente smartphone.

Ma per fortuna c’era lo yacht dello stilista Giorgio Armani che accortosi dell’incendio “si è chiuso (ndr: Armani non lo yacht) in un profondo silenzio, addolorato per quanto accaduto in una terra che ama”.  Una scena madre da neorealismo italiano, che sembra tratta da La terra trema di Luchino Visconti. Lo immaginiamo Armani che passeggia solitario come Nerone, mentre intorno a sé la terra brucia e toccando i pomi d’oro della sua imbarcazione milionaria controlla con paura che le fiamme si tengano abbastanza lontane dal preziosissimo bene, arrotolandosi la lingua per l’arsura. Varata nel 2008, l’imbarcazione di ultra lusso è infatti lunga ben 65 metri e larga più di 11. Ha sette cabine per gli ospiti e otto per l’’equipaggio. Naturalmente l’interno è arredato direttamente da Giorgio Armani. Una vera portaerei del super lusso, di colore scuro, che sembra una astronave da film di fantascienza. Ma torniamo alla vipperia contrita e spaventata.

C’è anche Claudio Santamaria che ci fa sapere che: "Noi stiamo bene, ma siamo in pensiero per i residenti, i turisti, per tutti coloro che stanno lasciando le proprie abitazioni, costretti alla fuga per le fiamme provocate da un (o più) piromane. Questo è un crimine!". L’effetto di queste parole, speriamo involontario, è quello del Marchese del Grillo interpretato dal grande Alberto Sordi che ai popolani ricorda “Io so’ io e voi non siete un cazzo”. Perché loro –ci fa sapere- “stanno bene” ma sono in pensiero per il popolo, per quei poveracci che magari a Pantelleria ci vivono ed hanno avuto tutto distrutto dal fuoco.

Ma loro, i ricchi vippari viziati che osservano lo spettacolo al largo di un panfilo milionario “sono in pensiero” per chi invece lo yacht non ce l’ha, anzi non ha neppure una barchetta con cui fuggire. Che delusione per l’attore che impersonò il personaggio di Jeeg Robot, una figura di riscatto sociale, di speranza per la gente comune, per i disperati, per gli ultimi. Ora Jeeg non abita più le polverose e degradate periferie pasoliniane di Roma est, ma se la spassa anche lui sugli yacht milionari dai pomelli d’oro. Conclusione: un’altra volta, se dovesse accadere, cari Vip, salvatevi in silenzio, senza ammorbare il popolo con le vostre melassose lamentazioni da ricconi annoiati. Il popolo di Jeeg Robot ringrazia sentitamente.