Santa Sofia, restyling vincente con la nuova linea di etichette pop e colorate

Santa Sofia lancia una nuova rivoluzione "enoculturale" per i suoi vini DOC. Una linea all'insegna di un'estetica "più vivace, spensierata e luminosa"

Costume
Condividi su:

SANTA SOFIA, LA NUOVA LINEA DI ETICHETTE POP E COLORATE

Dopo il successo del primo Amarone Classico Riserva della storica cantina veronese, Santa Sofia lancia una nuova linea di etichette pop: luminose e coloratissime, raccontano una nuova fase della piccola rivoluzione “enoculturale” iniziata 50 anni fa con l’arrivo in azienda della famiglia Begnoni. Da sempre famosa in Italia e nel mondo per i suoi Amaroni classici, Santa Sofia dimostra ancora una volta una forte spinta rivolta alle nuove tendenze e al mercato internazionale, regalando una luce inedita ai suoi vini “Veronesi”: il Valpolicella Classico, il Lugana, il Garda DOC Croara del Lago, il Chiaretto di Bardolino, il Bardolino Classico, il Custoza, il Soave e il Pinot Grigio del Garda. Le etichette precedenti riportavano una fascia nera, nello stile elegante e raffinato della cantina, ma decorata dallo stemma di Santa Sofia in differenti colori. Gli stessi colori che oggi rappresentano il nuovo spirito delle stesse referenze vinicole. Una scelta nata internamente, per una serie di vini che da sempre ricevono buonissima risposta dal mercato e che li rende così più immediati e facilmente riconoscibili.

“In un panorama così estremamente dinamico e in rapida evoluzione, abbiamo voluto ripensare ai colori dei vini delle denominazioni veronesi, per distinguerci e per trasmettere attraverso un’estetica più vivace, spensierata e luminosa, anche un approccio più leggero per questi vini che stanno riscontrando molto consenso.” Dice Luciano Begnoni, proprietario di Santa Sofia.


 

Verde, Rosa, Azzurro, Blu, Arancione, Bordeaux: le nuove etichette raccontano le stagioni e la biodiversità del territorio veronese. Uno slancio pop per le etichette più giovani e fresche della storica cantina che si avvicina così a un pubblico più giovane e preparato, alla ricerca di vini croccanti, sapori raffinati e riconoscibili ma al contempo poco complessi.

Le sfumature del colore blu vengono riservate alle etichette dei vini del Lago di Garda e perfetti per la stagione estiva: c’è il Croara del Lago – Garda Doc nato nel 2020, un bianco leggero, piacevole e gentile; poi il Pinot Grigio del Garda dai sentori di frutti tropicali e gli aromi del timo. Non può mancare il Lugana, dalle note floreali e fruttate, sapide e minerali.

Non serve spostarsi di molto per scoprire il Chiaretto di Bardolino DOC, un vino che la cantina produce ormai dagli anni ’60. Rosa brillante e dai riflessi ramati come un tramonto sul lago, la nuova etichetta si presenta di rosa acceso. Sentori di timo e maggiorana, amarene e melagrane per un vino fresco, aromatico e ben equilibrato.

Dal Lago di Garda, risalendo il fiume Mincio, ci si sposta a Custoza. Qui per l’omonima denominazione troveremo un’etichetta di colore arancione acceso, che rimanda alle note di zucchero glassato, mandorle dolci, frutta tropicale e ricordi di crema pasticcera. Un vino che stupisce per struttura e intensità aromatica.


 

Spostandosi ad est, si approda tra le colline del Soave. Un territorio verdissimo raccontato dallo stesso colore della nuova etichetta, per un vino must per ogni stagione: un bouquet complesso e sorprendente, che va dai sentori di frutta come pesca bianca e scorza di arancia, ad aromi come la limoncella e l’anice stellata e fiori come acacia e mughetto. Chiudono i sentori minerali e più sapidi.

Tra i rossi, il Bardolino Classico che racconta delle ultime settimane d’estate con l’etichetta di colore arancione: piacevolmente tannico, tra amarene e liquirizia, ricorda le colline dell’omonimo territorio con il suo colore rubino e dai riflessi violacei. Parte di questa piccola rivoluzione è anche l’iconico Valpolicella Classico dall’etichetta di color bordeaux: un vino della tradizione veneta, che per Santa Sofia si presenta con buona acidità intenso nel colore e al palato con profumo di frutti rossi, ciliegie, lamponi e ribes con tratti di caffè e cannella.

SANTA SOFIA - Cinquant’anni di Valpolicella. Di Vitigni antichi e di Vignerons moderni

Santa Sofia in Valpolicella significa due secoli di qualità, due secoli di produzione di grandi vini simbolo della tradizione locale, una villa Palladiana per un’azienda a conduzione famigliare nobile e stimata. 50 anni fa l’arrivo della Famiglia Begnoni a Santa Sofia segna l’inizio di un nuovo posizionamento e di una consapevolezza nuova: l’azienda è protagonista di una piccola ma ineluttabile rivoluzione “enoculturale” in termini di rete produttiva e di conoscenza del territorio. Giancarlo e Luciano Begnoni hanno infatti scelto di ridare un’identità forte all’azienda puntando su etichette di grande qualità e sul mercato internazionale ma soprattutto lavorando mano nella mano con i protagonisti del proprio territorio, scegliendo e selezionando il meglio assieme a chi lavora la terra e cresce l’uva. La Famiglia Begnoni ha così innescato un micro-sistema virtuoso fatto di incontri regolari, di stagioni che passano mentre cresce la fiducia reciproca e la volontà di fare un vino autentico, di alta qualità e che rispecchi i valori del proprio territorio: l’unicità, la longevità e la sontuosità.


 

SANTA SOFIA - Duecento anni di eccellenza e di storia

La tenuta Palladiana e i grandi vini dell’Ottocento… anzi, del 1300! - L’azienda vinicola Santa Sofia nasce due secoli fa in una delle zone più suggestive della Valpolicella classica, a Pedemonte. La Villa è legata alla produzione di vino fin dal 1811 e diventata il simbolo dell’Azienda. La villa fu progettata da Andrea Palladio nel 1565, quando Marcantonio Serego decide di rinnovare la tenuta, già in possesso della sua famiglia dal 1552. Architettonicamente, la Villa è un vero e proprio simbolo dell’architettura Italiana, iscritta nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal 1996, assieme alle altre ville palladiane del Veneto.

Già nella metà del 1800, Santa Sofia era apprezzata per l'ottima qualità dei suoi vini, prodotti con le uve attentamente selezionate dalle zone più vocate e meglio esposte delle colline circostanti. Le tradizioni enologiche del luogo risalgono a tempi ben più remote: parte delle antiche cantine che si trovano sotto la villa, visitabili ancora oggi, venivano utilizzate per l’affinamento dei vini già nel XIV e XV secolo. La parte di cantina più antica fu costruita dai frati di San Bernardino nel 1300, quando eressero anche la cappella dedicata a Santa Sofia. Santa Sofia qui da sempre è anima del luogo e ispirazione per chi lo abita, la sua presenza è nei gesti genuini di chi coltiva con rispetto e devozione questa terra.


 

SANTA SOFIA - La famiglia Begnoni: la passione in eredità

Oggi alla guida di Santa Sofia ci sono Giancarlo Begnoni e suo figlio, Luciano. Due menti e due sensibilità complementari, che hanno permesso a Santa Sofia di evolversi e mutare continuamente in 50 anni, sempre verso più qualità e conoscenza del territorio

Nel 1967, Giancarlo rileva dalla contessa Rizzardi l’azienda già conosciuta per l’ottimo Recioto. Da enologo attento e sensibile alla qualità dei vini, testardo e con una visione chiara, inizia il percorso di innovazione che lui stesso definisce la “strategia dell’eccellenza”. Siamo all’inizio degli anni 70, anni di mutamenti in cui parte del vino italiano era in gran parte svenduto all’estero in damigiane; sono anche gli anni in cui si iniziano a riconoscere le Denominazioni d’origine Controllata. Giancarlo in Valpolicella ha il coraggio e la lungimiranza di puntare sui vini di qualità con importanti investimenti per innovare sia in vigna che in cantina.


 

SANTA SOFIA - Giancarlo Begnoni: l’enologo in grande stile, sensibile e intraprendente che punta alla qualità

Giancarlo Begnoni è un enologo della prestigiosa scuola enologica di Conegliano Veneto dove consegue il diploma nel 1956. Entra subito nell’azienda di famiglia, già alla terza generazione di attività, allora gestita dalla madre dopo la prematura scomparsa del padre Luciano nel 1943.

Giancarlo rinnova le cantine con strumenti all’avanguardia per l’imbottigliamento e per tenere sotto controllo temperatura e umidità degli ambienti dedicati alla vinificazione e all’affinamento, superando le difficoltà tecniche che le cantine storiche della villa presentano. L’affinamento dei vini avviene in botti di rovere per il tempo necessario affinché si sviluppino gli aromi prima dell’imbottigliamento.

L’impronta di Giancarlo, sommelier colto e sensibile, eccelle nella selezione dei vini con caratteristiche diverse per corpo, profumi, tannini e struttura per creare blend che esprimono lo stile di Santa Sofia: vini classici, espressione del territorio, eleganti e con spiccata freschezza, il suo intervento sui vini si sente fin dalla prima annata di cui segue interamente la produzione a partire dalle uve. Nel 1967 nasce il primo Amarone della Valpolicella Santa Sofia.


 

SANTA SOFIA - La parcella magica sul Montegradella: il Gioè

Poco dopo il 1967, durante uno degli assaggi dalle botti di Amarone, Giancarlo rimane stupito della qualità eccezionale del vino proveniente dalla parcella di Monte Gradella: profumi eleganti e profondi, corposo e morbido nel gusto. Prende una decisione importante per il futuro di Santa Sofia scegliendo di distinguere l’imbottigliamento e l’invecchiamento di questo vino. Nasce così la prima annata di Amarone della Valpolicella “Gioè” 1964. Gioè indica quindi la parte superiore del Monte Gradella dove c’è il vigneto storico da cui provengono le uve di Santa Sofia. In omaggio a questa zona viene chiamato Montegradella il Valpolicella Classico Superiore. Il vino è prodotto appassendo le uve per quaranta giorni, quindi con la stessa tecnica di appassimento di Amarone, ma più breve. Il Gioè è oggi uno dei vini più premiati di Santa Sofia.Giancarlo Begnoni oggi 81 anni continua nel suo ruolo di enologo con lo stesso entusiasmo del primo giorno, guidando il giovane Matteo Tommasi (26 anni) già ricercatore della Facoltà di Enologia all’Università di Verona e con esperienze in altre aziende della Valpolicella.

SANTA SOFIA - Luciano Begnoni: da astemio a wine specialist

Nel 1984 il giovane Luciano, figlio di Giancarlo, inizia il suo percorso all’interno dell’azienda paterna con una grande voglia di imparare e di mettersi alla prova. Allora è astemio, ma si avvicina al mondo del vino per amore della tradizione della sua famiglia. Da studente universitario di Economia e commercio, inizia ad accorgersi che la crisi del settore vino italiano della fine degli anni ‘80 si sta ripercuotendo sul mercato nazionale e locale. Fronteggia con coraggio sfide ed investimenti necessari, lavorando per un decennio senza tregua, su conti, strategie e alla conquista di nuovi mercati. Fianco a fianco con suo padre, artista in vigna e in cantina.All’inizio degli anni ’90 comincia l’internazionalizzazione di Santa Sofia: sono le prima fiere le notti in bianco per allestire e programmare… Nel suo primo viaggio in Danimarca, Luciano seleziona con estrema cura distributori ed importatori. Li incontra regolarmente e personalmente per trasmettere i valori di Santa Sofia e dei suoi vini. Oggi Santa Sofia esporta l’87% della sua produzione con 120 importatori: i vini sono presenti in 65 Paesi nel mondo e serviti in alcuni dei ristoranti italiani più rinomati in Italia e nel mondo come gli stellati Michelin “Casa Perbellini” dello chef omonimo a Verona, “Otto e Mezzo Bombana” dello Chef Umberto Bombana presso il Galaxy Casino di Macao e il “Bocca Italian Cousine” dell’hotel Hilton di Abu Dhabi.


 

La piccola rivoluzione di Luciano: l’intelligenza del “négociant” e il lavoro con i conferenti

La piccola rivoluzione di Giancarlo e Luciano è di conoscere il territorio che produce il suo vino a menadito, di conversare con i conferenti e scegliere il meglio per ogni vino.

Santa Sofia tiene stretti rapporti con i propri conferenti, attualmente una trentina. Luciano stesso spiega “i conferenti mi aiutano a migliorare il vino soprattutto nelle annate non facili: avendo a disposizione vigneti di zone diverse riusciamo ad ottenere vini migliori rispetto a quelli che si potrebbero realizzare da una sola zona. È cruciale la relazione diretta con chi coltiva la vigna per conoscere la qualità delle uve e capire poi come si evolverà il vino.”I rapporti con i conferenti si basa sulla fiducia sempre rinnovata, consolidata nel tempo: questo elemento si rispecchia direttamente sui vini. La maggior parte conferiscono le uve in base ad accordi che prevedono un controllo diretto sui vigneti seguendo le fasi del ciclo vegetativo delle piante, i metodi di allevamento e la vendemmia, che viene svolta dal personale di Santa Sofia. Questo è particolarmente vero per il Monte Gradella, storico vigneto di Santa Sofia da cui provengono le uve per i vini più pregiati, che è curato da Santa Sofia dall’impianto dei vigneti, con la scelta delle varietà di uva e dei sistemi di allevamento, fino alla potatura e ai trattamenti e alla vendemmia che avviene esclusivamente a mano.


 

Santa Sofia oggi

Il rinascimento di Santa Sofia continua con il rinnovo delle botti per l’affinamento dei vini e investimenti importanti per il futuro: oltre ai 24 ettari della Valpolicella Classica, nel 2015 vengono acquistati 45 ettari in Valpantena. Un sogno che Luciano condivideva con la sorella Patrizia prima della sua prematura scomparsa.

Le vigne sono curate dall’agronomo Fabio Sorgiacomo, già apprezzato per il lavoro con importanti aziende vinicole in tutta Italia.  Questi vigneti a 350-400 metri di altitudine in una zona vocata per la produzione di vini rossi consentono di portare avanti un progetto di agricoltura sostenibile e di rispetto per l’ambiente, un obiettivo sempre più importante nella filosofia di Santa Sofia.

SANTA SOFIA -  La storica azienda vinicola si prepara ad aprire una nuova cantina, oltre quelle storiche

È deciso, l’azienda Santa Sofia in Valpolicella aprirà tra qualche anno una nuova cantina non distante dall’attuale sede storica. La Villa progettata da Andrea Palladio nel 1565 è legata alla produzione di vino fin dal 1811 e diventa il simbolo dell’Azienda quando Marcantonio Serego decide di rinnovare la tenuta, già in possesso della sua famiglia dal 1552. La scelta di una nuova sede di produzione coincide con gli importanti risultati conseguiti dall’azienda, come dimostra la produzione di circa mezzo milione di bottiglie e un territorio che copre 69 ettari in tutta la Valpolicella. Per tale obiettivo sarà stanziato un investimento stimato di 8 milioni di euro. “È stata una lunga ricerca, con anni di sopralluoghi, ma quando trovai finalmente lo spazio che cercavo, mi applicai con tutte le mie energie per ottenerlo” dichiara Luciano Begnoni, guida dell’azienda veneta.“ Il nuovo progetto dovrà rispecchiare l’identità storica dell’azienda ma sarà per noi anche assolutamente importante che il nuovo edificio sia coerente con i principi della sostenibilità ambientale. Si tratta di una vecchia costruzione da ripensare e ristrutturare, che non deve avere alcun impatto negativo sull’ambiente.”


 

Attualmente le bottiglie sono custodite nella parte più antica risalente al 1300 e realizzata unicamente in tufo si trovano le botti di rovere di Slavonia, dove maturano alcuni dei vini rossi più importanti: Amarone, Valpolicella Superiore Montegradella, Valpolicella Ripasso. Nella cantina, di costruzione più recente, costruita nel 1700 con volte in mattone, ci sono i serbatoi d’acciaio in cui maturano invece i vini più giovani e freschi: Bardolino, Bardolino Chiaretto, Soave, Lugana, Custoza, Pinot Grigio e Merlot Corvina. Nelle cantine costruite insieme alla villa palladiana nel XVI secolo e già allora dedicate alla conservazione del vino, si trovano le barrique di rovere francese riservate alla maturazione di Gioè Amarone della Valpolicella Classico, Recioto della Valpolicella Classico, Valpolicella Classico Superiore Montegradella e Arlèo. I vini che richiedono una maturazione più lunga prima di essere presentati al pubblico affinano in bottiglia negli ampi spazi della villa: la prima bottiglieria, collocata sotto la villa e risalente al XVI secolo, contiene fino a 80.000 bottiglie; la seconda ha una capacità di 70.000 bottiglie. I risultati di questo investimento si vedranno col tempo, per un passo giudicato fondamentale nello sviluppo di Santa Sofia, che a oggi è presente in 65 paesi ed esporta buona parte della sua produzione all’estero, in paesi come: Francia, Scandinavia, Usa e Canada.

SANTA SOFIA - Premi e riconoscimenti

L’Amarone Santa Sofia viene prodotto solo se le condizioni climatiche e la qualità dell’uva lo permette, rinunciando negli ultimi vent’anni alle annate 1999, 2002, 2012 e 2014. Per la riserva di Amarone Gioè i criteri sono ancora più restrittivi e dal 1964 si contano solo diciassette annate storiche.Le scelte coraggiose e la qualità di tutti i vini Santa Sofia è confermata dai punteggi delle guide italiane e internazionali e dai riconoscimenti ottenuti ai principali concorsi mondiali. La vendemmia 2001 dell’Amarone Santa Sofia ha conquistato 12 medaglie d’oro nei più prestigiosi concorsi enologici internazionali, risultando uno dei vini più premiati di sempre. Robert Parker sulla rivista “The Wine Advocate” premia con 92/100 l’Amarone della Valpolicella Classico 2009 e con 93/100 l’Amarone della Valpolicella Classico Gioè 2007. Il critico James Suckling e la rivista americana “Wine Enthusiast” assegnano 92/100 all’Amarone della Valpolicella Classico 2011, particolarmente apprezzato per la complessità, l’eleganza e il potenziale di invecchiamento. Daniele Cernilli segnala lo stesso vino nella sua Guida essenziale ai vini d’Italia 2017 con 91/100 e premia con 93/100 il Gioè Amarone della Valpolicella Classico 2011. Premi e punteggi ai massimi livelli vengono conquistati anche da Soave Classico Monte Foscarino e dal Lugana con punteggi superiori a 86/100Un importante riconoscimento per Santa Sofia, e per l’impegno nella promozione della Valpolicella e l’unicità dei suoi vini in tutto il mondo, arriva dalla cena di beneficienza con 600 invitati che si è svolta al Ritz Carlton di Osaka alla presenza della principessa giapponese Hisako Takamado: unico vino italiano presente, una bottiglia da 12 litri di Amarone Santa Sofia 2011 che è stata battuta all’asta con le firme della principessa e di Luciano.

SANTA SOFIA - 2017

2017 è un’annata estrema, passando dalle gelate primaverili che hanno colpito in modo disomogeneo la valle, alle temperature torride e alla siccità dell’estate e dell’autunno. Per Santa Sofia è stata un’annata di esplorazione, con le operazioni di preparazione della prima vendemmia a Briago in Valpantena che si affiancano alle relazioni di lunga data con i viticoltori della Valpolicella classica. In una annata così particolare, le relazioni di lunga data che legano Santa Sofia e la famiglia Begnoni ai viticoltori della Valpolicella permettono di monitorare la situazione delle vigne su una zona di produzione molto estesa: circa 6’000ha vitati su un territorio di 30’000 ha di superficie la maggior parte dei quali su versanti diversi per esposizione e altitudine. E’ la fiducia che lega Santa Sofia ai suoi conferenti che consente un fitto scambio di informazioni, spesso in modo in modo informale, e di intervenire sul campo per valutare insieme come raggiungere gli obiettivi di qualità e di rispetto dell’ambiente. In caso di necessità Santa Sofia mette a disposizione dei conferenti il know how del suo team di enologi e agronomi per suggerire come intervenire.