Aborto, ad Aosta donne denunciano: "Costrette a sentire il battito del feto"
La presidente del centro anti violenza: “Ad alcune sono stati offerti aiuti economici”
La denuncia ad Aosta: "Costrette a sentire il battito del feto prima di abortire"
Il Centro donne contro la violenza di Aosta riferisce in una nota di avere ricevuto segnalazioni da parte di donne “che, giunte in presidi sanitari pubblici del territorio regionale per accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, sono state negli stessi luoghi sottoposte a indebite interferenze e pressioni da parte di volontari, consistenti nell’imporre l’ascolto del battito fetale o nella promessa di sostegni economici o beni di consumo, con il preciso intento di dissuaderle dalla scelta di abortire, personalissima e spesso sofferta”.
Altre poi, scrive Repubblica riportando le parole della presidente del centro anti-violenza di Aosta Anna Ventriglia, sono state avvicinate "da persone che hanno promesso loro sostegni economici o beni di consumo, come latte e pannolini, con il preciso intento di dissuaderle da una scelta già sofferta e dolorosa".
Come spiega Repubblica, l'uscita "arriva pochi giorni dopo il via libera del Senato al provvedimento che consente ai pro-vita di entrare a pieno titolo nell’organizzazione dei consultori. Lo sa bene anche Ventriglia, che non ha paura di precisare: «Al di là delle singole storie delle donne — avverte — abbiamo considerato che questo potesse essere un preallarme sulla scia di quanto appena votato in Parlamento. La nostra denuncia nasce per dire che attiveremo un monitoraggio su questo fenomeno»".
L’azienda Usl Valle d’Aosta replica, sempre su Repubblica: "Non c’è nessun volontario pro-vita nei nostri consultori". Secondo gli ultimi dati (2021) la regione ha un tasso di abortività di cinque casi ogni mille donne tra i 15 e i 49 anni. Oltre all’ospedale di Aosta, la sanità pubblica garantisce assistenza alle utenti con nove consultori sparsi sul territorio, tra Donnas, Châtillon e altri comuni.