"Aborto? Pagheremo noi le spese": le big tech dalla parte delle donne

Google, Disney e Netflix sosterranno le spese alle loro dipendenti in caso di aborto

Cronache
Condividi su:

Google, Disney, Netflix prendono posizione a sostegno delle donne in seguito alla sentenza della Corte Suprema Usa sul diritto all’aborto

Le big tech statunitensi si faranno carico di tutte le spese che le proprie dipendenti dovranno sostenere in caso di aborto

Google, Disney, Warner, Comcast (Universal), Netflix, Sony, Sundance Festival hanno preso posizione in seguito alla sentenza della Corte americana, annunciando di voler sostenere economicamente le spese di viaggio e alloggio delle loro dipendenti costrette a spostarsi per eseguire un’interruzione volontaria di gravidanza in maniera legale.

Google, ad esempio, oltre a sostenere le spese di viaggio da uno Stato all'altro alle loro dipendenti, permetterà loro anche di richiedere il trasferimento in un altro Stato senza necessità di presentare motivazione.

Alla pari Facebook, Meta, Disney, Netflix, e altre multinazionali americane hanno annunciato che provvederanno alle spese di viaggio e alloggio per le dipendenti che lavorano in uno Stato in cui l’accesso all’aborto è vietato, manifestando quindi un evidente disappunto verso la nuova legislazione sul diritto all'aborto e schierandosi a sostegno delle donne. 

Lo scorso venerdì la Corte Suprema Usa, avvalendosi di una maggioranza di giudici conservatori eletti in parte sotto l’Amministrazione Trump, ha abolito la celebre sentenza “ Roe vs Wade” del 1973, eliminando di fatto la tutela federale del diritto all’aborto, rendendolo quindi illegale. Questo significa che da adesso i singoli Stati potranno decidere autonomamente se tutelare il diritto all’aborto. Molti infatti si stanno già attivando per renderlo illegale, si calcola almeno 21 (quasi il 50%) nell’immediato.

Le donne americane potranno comunque sottoporsi ad interventi di interruzione di gravidanza recandosi però in altri Stati nel caso in cui il proprio lo ritenga illegale. Questo presuppone una maggiore difficoltà per la fascia più povera della popolazione.

Google inoltre in un comunicato ufficiale ai suoi dipendenti dice : "Questo è un enorme cambiamento per il Paese che colpisce profondamente tanti di noi, e soprattutto le donne. Ognuno potrà reagire come vorrà, che si tratti di volere spazio e tempo per pensare, parlare, fare azioni di volontariato al di fuori del lavoro, non volerne discutere affatto o fare altro. Per favore, siate consapevoli di ciò che i vostri colleghi possono provare e, come sempre, trattatevi l’un l’altro con rispetto".