Accusa di stupro, la difesa di Sara Giudice: "Lei era d'accordo. Diversi baci, nessuna violenza"
Il presunto coinvolgimento del compagno e giornalista Nello Trocchia. "Lui in taxi mi ha chiesto di poterla baciare, la ragazza ha risposto: faccio quello che dice Sara..."
Nello Trocchia
Accusa di stupro, Sara Giudice racconta la sua verità sui baci in taxi a tre: "Lei ricambiava, nessuna forzatura"
Sul caso dell'inchiesta per stupro di gruppo ai danni dei giornalisti Nello Trocchia e Sara Giudice, per cui il pm ha chiesto l'archiviazione ma la presunta vittima si oppone, interviene uno dei diretti interessati, Giudice. La cronista, ex La7 che in autunno sbarcherà sulla Rai, racconta la sua verità e smentisce categoricamente la tesi della "violenza". I fatti risalgono a febbraio 2023, in occasione della festa di compleanno di Sara Giudice, presente a questa festa, oltre al compagno e giornalista de Il Domani Nello Trocchia, c'era anche la presunta vittima: un'altra collega. Giudice spiega che i tre sono andati insieme nel pub a Trastevere perché abitavano vicini.
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Poi racconta l’approccio. "A fine serata - spiega Giudice a Il Fatto Quotidiano - ero appoggiata a un camioncino, avevo i tacchi che mi davano fastidio, lei si avvicina e mi dà un bacio. L’ho ricambiata in allegria. C’era tensione sessuale? Oddio, era un gioco ma l’ho condiviso volentieri, mi è anche piaciuto". "Ero anche un po’ stupita di me perché - prosegue Giudice a Il Fatto - era la prima volta che mi succedeva con una donna". A quel punto Nello Trocchia (il compagno) trova il taxi per tornare a casa e lei sceglie di tornare con loro, rifiutando il passaggio di un altro amico". Nel taxi "lei mi ribacia e io condivido".
Il compagno chiede a Sara se può baciarla anche lui: "Lei dice: faccio quello che dice Sara. Io: fate come volete". Arrivati a casa dei due, anche lei scende dal taxi". Il racconto prosegue: "Ci appoggiamo alla saracinesca sotto casa e continuiamo a baciarci. Poi avevo la bambina a casa, il giorno dopo dovevo partire, dico a Nello: Giulia va via. Risale in taxi e se ne va". Dopo averla sentita via sms per accertarsi del suo arrivo a casa, non si parlano più. Fino a marzo 2023, quando Trocchia e Giudice vengono convocati in questura e scoprono la denuncia. Sulla presunta droga dello stupro trovata in un’analisi non confermata da quelle della procura risponde: "Quando l’ho letto ho pensato alle cose più brutte. Che ci fosse una trama, qualcosa di più grande di noi. Lei dice che a un certo punto qualcuno alle sue spalle le offre un bicchiere, ma non ricorda chi".