Alessandra Matteuzzi poteva salvarsi, la rabbia del nipote
Il procuratore di Bologna chiarisce: "Noi quello che potevamo fare lo abbiamo fatto"
La Procura di Bologna placa la polemica sulla morte di Alessandra Matteuzzi
La bufera mediatica non si placa: Alessandra Matteuzzi, la donna uccisa a martellate dall’ex compagno Giovanni Padovani, che lo aveva denunciato poteva salvarsi?
Il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, il giorno dopo l'omicidio avvenuto ieri 24 agosto, stoppa le polemiche: "In questa vicenda non si può parlare di mala giustizia. La denuncia è stata accolta a fine luglio, il primo agosto è stata immediatamente iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto perché alcune persone da sentire erano in ferie. Noi quello che potevamo fare lo abbiamo fatto".
Il procuratore continua: "Dalla denuncia della vittima, non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza, era la tipica condotta di stalkeraggio molesto".
Mentre sull’efficacia di un uso più massiccio del braccialetto elettronico, nel caso ci siano gli estremi per applicarlo, Amato spiega: "Il vero problema che pone è quello dei costi perché già oggi quei braccialetti elettronici che potremmo dover utilizzare per alcuni reati, quando poi in concreto i vai a richiedere non si trovano. Serve la norma ma anche gli strumenti economici che la norma la fanno funzionare".
La rabbia del nipote di Alessandra Matteuzzi
Matteo Perini, il nipote della vittima commenta: "Mia zia era una persona di cuore e non si meritava tutto questo, spero che questo episodio serva a cambiare le cose. Mi aspetto che lui marcisca in galera, ma che non paghi una persona sola, altrimenti succederà di nuovo".