Alpinisti dispersi sul Gran Sasso, poche speranze di trovarli vivi: "Serve un miracolo"

Le condizioni meteo sono proibitive, si tenterà un sorvolo in elicottero con l'utilizzo di un sonar

di redazione cronache

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Alpinisti dispersi sul Gran Sasso, poche speranze per Luca e Cristian

Per i due alpinisti dispersi sul Gran Sasso in Abruzzo è trascorso anche il quinto giorno senza notizie positive, le condizioni meteo avverse impediscono ai soccorritori di effettuare ricerche via terra e anche l'elicottero ieri non è riuscito a decollare a causa del forte vento. "Una squadra di soccorritori della Guardia di Finanza - spiega una nota del Soccorso Alpino - ha tentato un avvicinamento via terra, con gli sci, ma una prima perlustrazione dell’area non ha fornito alcun esito". Continuano le ricerche di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, di 48 e 42 anni di Santarcangelo di Romagna, dispersi sul Gran Sasso da sabato scorso. "Lì ci sono due persone e l’apprensione c’è, non so fino a che punto si debba ancora sperare, ma la speranza è l’ultima a morire", ha dichiarato il finanziere Marco Moreschini del Nucleo di soccorso alpino, dopo la perlustrazione, via terra, effettuata nel Vallone dell’Inferno.

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"Speriamo - prosegue Moreschini - che abbiano trovato qualche anfratto anche se dopo quattro giorni purtroppo le possibilità saranno ridotte. Un miracolo, magari... noi andiamo con la speranza di trovare ancora qualcuno in vita". Oggi si tenterà un primo sorvolo dell’area in elicottero, anche con l’ausilio di un dispositivo “Sonar Recco” già utilizzato per recuperare i corpi dei 4 escursionisti dispersi sul Sirente, dal 24 gennaio 2020 esattamente sul monte Velino. I corpi furono recuperati proprio grazie a questa attrezzatura, il 19 febbraio 2021. Che le condizioni fossero proibitive per l’elicottero, sin da questa mattina, lo ha già accennato uno dei soccorritori rimasti bloccati all’ostello in quota la notte di Natale, un giovane volontario originario di Sulmona, nell’aquilano.

"Facciamo tutto il possibile chiaramente, ma non è che rischiamo la vita dei soccorritori”, ha spiegato Daniele Perilli, presidente del Cnsas Abruzzo ricordando che undici soccorritori sono già rimasti bloccati al rifugio. Stiamo lavorando giorno e notte sempre nei limiti della sicurezza dei ragazzi – ha concluso Perilli –. Al momento ci sono 25 uomini al campo base".

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