Altavilla, "phon alla massima potenza sul corpo e padellate. Torture a turno"

La figlia 17enne sopravvissuta svela i dettagli. "Kevin legato con una catena piena di ruggine, cavi e fili. Gli stracci in bocca per non farlo urlare"

Di Redazione Cronache
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Giovanni Barreca
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Strage Altavilla, la figlia: "Mia madre è stata seviziata per un giorno intero"

Sulla strage di Altavilla emergono nuovi dettagli inquietanti. A svelarli è la figlia 17enne di Giovanni Barreca, sopravvissuta e costretta a partecipare ai "riti per scacciare il demonio", costati la vita a sua mamma e agli altri due fratelli. "Eravamo in cucina, - dice la ragazza agli inquirenti - mia madre era a terra con il volto in giù , ed erano presenti anche Sabrina e Massimo (la coppia accusata di complicità negli omicidi ndr), oltre a Kevin e mio padre. La torturavano a turno, sia Sabrina che Massimo. Le passavano l’asciugacapelli con la massima temperatura, con la padella la colpivano sulla schiena", ha raccontato la 17enne. E ancora: "Mio padre guardava, io e Kevin eravamo in piedi e ci scambiavamo sguardi, capendo che la cosa non fosse normale. Mia madre mi diceva di chiamare i carabinieri, ma io per paura di essere torturata anch’io non l’ho fatto", prosegue nel suo racconto.

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La ragazza ha chiarito che la madre è morta il 9 febbraio, dopo essere stata seviziata per un giorno: "Sabrina e Massimo mi hanno detto che ha avuto un infarto, mentre si trovava distesa a terra in cucina". Ed ha aggiunto che "volevano farla cremare", per questo hanno prima bruciato il corpo e poi l’hanno seppellita in una buca "scavata da mio padre e Kevin". Poi è stata la volta anche del piccolo Manuel, torturato con il phon, e infine del fratello più grande. I dettagli sulla morte di Kevin. Il padre lo aveva bloccato con una catena piena di ruggine, cavi e fili. Secondo la giudice delle indagini preliminari, gli indagati hanno agito in preda a una forma di delirio mistico, ritenendo di agire "in esecuzione della volontà di Dio". Alla fine Kevin viene legato al letto, incaprettato con catene, con degli stracci in bocca per non urlare. I carabinieri arrivano quando ormai è già morto.