Andrea Prospero e il mistero delle 60 sim del ragazzo morto a Perugia. La famiglia non crede al suicidio
Il giallo del giovane “genio informatico di Lanciano morto a Perugia”, appello del padre
Morte Andrea Prospero, la famiglia non crede al suicidio: “Vogliamo la verità”
“Verità” per il diciannovenne di Lanciano e genio dell'informatica, Andrea Prospero, trovato morto in un B&B di Perugia presumibilmente dopo aver ingerito barbiturici. La chiede il padre Michele, che afferma: “Non è il figlio che io ho conosciuto per 19 anni”.
Il padre disperato: "Ditemi chi era mio figlio"
In una lunga intervista a Open il padre del ragazzo smentisce l'ipotesi del suicidio: “Vi prego, ditemi chi era mio figlio. Perché quel ragazzo con cinque telefoni, sessanta sim, due carte di credito non sue, che dicono si sia ucciso ingerendo barbiturici, non è il figlio che ho conosciuto per 19 anni. E dunque o avevo due figli o le cose qui non tornano”.
Il genitore sospetta che la verità sia un'altra: “E ora me lo ritrovo morto con cinque telefoni, sessanta Sim, misteriose carte di credito, gruppi Telegram che invitano a cancellare il suo contatto, e un bb che non si capisce con quali soldi abbia affittato, per farci cosa e quando ci andasse visto che anche a Perugia la sua vita era regolarissima”.
L'appello dell'uomo per sciogliere il mistero
Le indagini però segnano il passo. Anche perché, dice Michele, “nessuno ha visto, sentito, nessuno sa nulla. Ma è possibile? Mi appello a chiunque: aiutateci a fare luce su questo mistero di cui non riusciamo a farci una ragione. Non riesco a pensare altro che mio figlio sia stato adescato, manipolato, risucchiato in qualcosa di più grande di lui. Magari ha cominciato a collaborare e poi ha visto qualcosa che non doveva vedere e lo hanno fatto fuori o lo hanno ricattato”.