Assessore all’Ambiente taglia boschi e la differenziata? Un complotto. VIDEO

‘L’assessore strafalcione’ all’Ambiente, per lui la differenziata è imposta. E la Campania non valuta in modo esteso le sue norme. Il Chianca diventa un caso

di Antonio Amorosi
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Cronache

Il taglio del Bosco Chianca, tra la costiera Amalfitana e Parco del Cilento, abbattuto per quattro soldi per fare legna, tra la rabbia dei cittadini e il tradimento dei politici locali. Il video da paura e da ridere, dell’assessore all’Ambiente del Comune campano, tra strafalcioni e bizzarre soluzioni per difendere l’ambiente  

 

L’avete mai sentito un assessore all’Ambiente dire che la raccolta differenziata ce l’hanno imposta? E che i boschi sono importanti, non per mantenerli, ma per tagliarli dove è possibile? Esiste davvero: si chiama Enzo Marra, assessore all’Ambiente del Comune di Altavilla Silentina in provincia di Salerno, tra la costiera Amalfitana e il Parco del Cilento (dove è nata la dieta mediterranea). E’ proprio lui tra i principali artefici del taglio del Bosco Chianca, sulla cui vicenda Affaritaliani ha scritto il 21 ottobre un’esclusiva inchiesta giornalistica che sta spopolando.

Sempre in esclusiva lo abbiamo ripreso, all’ingresso del Comune di Altavilla, mentre spiega a me e ad alcuni cittadini le sue scelte lungimiranti, tra strafalcioni e affermazioni di dubbio senso. Anche le politiche di conversione delle automobili sarebbero state “imposte”.  

Oggi nel Comune i boschi si tagliano per vendere legna da ardere. Anche se Enzo Marra, per farsi eleggere, nelle campagne elettorali aveva addirittura preso l’impegno opposto: rendere i sentieri del bosco Chianca fruibili ai cittadini. 

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Il bosco non viene tagliato da 45 anni, è un ceduo invecchiato ad alto fusto ed anche per la normativa campana dovrebbe essere convertito in fustaia. Non si dovrebbe quindi toccare. In più è in un’area ad alta pendenza, a rischio idrogeologico, con ruscelli e vie d’acqua sotterranee, nel bosco vive una fauna composita di animali in via d’estinzione. La zona ha avuto già frane e sotto la foresta insistono abitazioni. 

La vicenda prendeva spunto dalla denuncia del Gruppo Unitario per le Foreste Italiane che in questi giorni ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Salerno denunciando la violazione di elementi paesaggistici. Nel Comune campano quasi nessuno sapeva del taglio. Anche la parlamentare Maria Vittoria Brambilla ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, chiedendo spiegazioni su un intervento tanto insensato per l’ambiente.  

Dopo la nostra pubblicazione iniziano con urgenza le operazioni di abbattimento degli alberi del bosco. I cittadini protestano, sentendosi traditi dagli amministratori. Si solleva la discussione sui social con la partecipazione del resto d’Italia. Ad Altavilla viene organizzata un’iniziativa pubblica, alcuni amministratori sono presenti ma non parlano, mentre il parroco del paese, padre Arley Tobar, cita il “Laudato sì” di Papa Francesco spiegando che un buon cristiano deve anche essere una persona rispettosa della natura e dell’ambiente. Il capogruppo dell’opposizione Enzo Giardullo chiede un consiglio comunale sull’argomento. Tra le fila della maggioranza quasi nessuno vuole concederlo. Il presidente della commissione Controllo e Garanzia, Emilio Iuliano, anche lui come Giardullo contrario al taglio, indice una seduta per discutere degli atti deliberativi della giunta sul taglio ma va deserta (presente solo la consigliera d’opposizione Lucia Bacco).

Intanto gli uffici regionali della Campania, il 25 ottobre, si precipitano a fare un sopralluogo sul bosco, misurando l’altezza e il diametro degli alberi e dicono che tutto è ok, si può tagliare. Peccato che stiano violando le stesse norme che hanno scritto in precedenza. Dal 2017 è in vigore il Regolamento Regionale 3/2017, in base al quale, un bosco che non viene tagliato da tutto quel tempo non si può toccare. Dal momento che il bosco Chianca non viene tagliato dal 1978, ossia da 45 anni, è diventato ceduo invecchiato e, ai sensi del regolamento regionale, non può essere più tagliato come ceduo, ma deve essere convertito all’alto fusto.  

Infatti per chiedere l’autorizzazione a tagliare un bosco il punto di partenza è il PAF (Piano di assestamento forestale) che è un atto di programmazione generale, nel quale si dice dove e come è possibile fare operazioni di taglio nei boschi. Il Piano di assestamento forestale di Altavilla Silentina, approvato nel 2013 prevede un taglio netto. Ma per tagliare gli alberi non basta applicare il PAF, occorre soprattutto rispettare le norme di legge. In Campania il testo più importante in materia (le foreste sono di competenza regionale) è il Regolamento Regionale n. 3 del 2017, che introduce il concetto di “ceduo invecchiato” (art. 27). Anche se c'è una norma transitoria che dice che i piani precedenti al 2017 si possono applicare. Dovrebbero, col buon senso, essere i Comuni ad aggiornare i loro di piani, tenendo conto dei cambi climatici in corso che concentrano precipazioni ed eventi atmosferici in spazi temporali ridotti come non accadeva in passato. In Italia e in Europa siamo sommersi di immagini di disastri dovuti alla concentrazione di piogge imponenti e improvvise che scaricandosi sul territorio procurano tragedie, visto il cambio di clima che vi è stato negli ultimi decenni. Il Comune avrebbe dovuto aggiornare il proprio Paf e l'approvazione del taglio basarsi sulla condizione del bosco oggi non  di 10 anni fa, non su un'applicazione burocratica di una normativa parzialmente esaustiva.

Il nuovo regolamento favorisce il più possibile lo sviluppo del patrimonio forestale e stabilisce che dopo che è passato il doppio del turno minimo di taglio, un bosco ceduo va considerato “ceduo invecchiato”. Un turno per i boschi di cerri, come è il Chianca, è di 16 anni. Ne sono passati 45 di anni. Il bosco Chianca quindi, stabilisce la normativa, deve essere convertito all’alto fusto (art. 71). Questo significa che la quantità di legna che si può prelevare in un ceduo invecchiato è minima, per fare pulizia o di gran lunga inferiore a quella che si può prelevare in un bosco semplicemente ceduo, che può essere di fatto tagliato completamente.  

In tutta questa attività amministrativa a nessuno è venuto in mente di vedere da quanti anni non viene tagliato il bosco, e invece di chiedersi in che anno siamo, dove ci troviamo, in che epoca viviamo, si va sul posto a fare un sopralluogo per fare surreali misurazioni dell’altezza e del diametro degli alberi. 

Il bosco si continua a tagliare ma in queste ore i legali dei cittadini, tra cui Tommaso Errico, Dario Barbirotti e Luigi Gaudiano, hanno annunciato una denuncia penale con richiesta di intervento urgente al giudice e un parallelo ricorso al TAR molto dettagliati. 

Dei cittadini con un drone hanno ripreso il bosco che presenta i primi “buchi”, frutto del taglio profondo che si sta effettuando in questi giorni. Noi intanto ci siamo recati nel bosco Macchia, che come il Chianca, pochissimi anni fa è stato oggetto dello stesso taglio a cura del Comune. Gli alberi sono stati abbattuti, i sentieri nel bosco spariti, il terreno è preda di rovi, sterpaglie altissime, è quasi impenetrabile, ed è diventato covo di cinghiali che vediamo scorrazzare sempre più numerosi: l’hanno eletto a proprio habitat naturale.

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