Assicurazione: gestire commenti sui social è stata un'esperienza "drammatica"

Uno spaccato dell’Italia di oggi che sui social ci sta per offendere e sfogarsi da frustrazioni, non legge e si ferma ai titoli, con commenti incivili e gridati

di Michele Troianiello
Cronache
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Social network, un’esperienza “drammatica” ed edificante

Definizione di Dramma: “Opera diretta a riprodurre, nei modi della rappresentazione teatrale, una vicenda che si fondi e si sviluppi su elementi di conflitto particolarmente significativi (talvolta addirittura simbolici) nell'ambito delle esperienze sociali e spirituali proprie di determinati ambienti o individui o di particolari momenti storici della cultura e della società”.

In questo breve articolo non parlo di una vicenda di quelle in cui metti in pericolo la tua incolumità fisica e che alla fine, quando tutto è andato bene, ti rinfrancano lo spirito e l’anima, ma di certo questi ultimi ne sono usciti davvero rafforzati.

Parlo dell’attività di gestione dei commenti e dei messaggi relativi ai post che abbiamo sponsorizzato nel mese di gennaio sulla nostra pagina Facebook e sul profilo Instagram, dedicati all’Assicurazione contro gli infortuni domestici, la cd. Assicurazione casalinghe, uno dei target più difficili da raggiungere e convincere.

La mie giornate in quel mese sono passate con lo smartphone sempre fra le mani, varie note salvate su di esso per rispondere in tempo reale alle richieste di chiarimenti, ma anche con una voglia a volte di uscire fuori dall’aplomb istituzionale, quello che si deve avere e mantenere in rete rappresentando un grande Ente pubblico, ma che stava andando a farsi benedire specialmente quando le offese, gli improperi, le falsità fioccavano, facendomi toccare con mano come e quanto la rete può essere ottusa e terribile quando si muove, come una ondata di fango che niente può fermare.


 

Forse l’esempio potrà sembrare eccessivo, ma sono giunti circa 6000 commenti e 500 messaggi, a cui ho tentato di rispondere in modo pacato, istituzionale, serio, a volte riuscendo a portare il tutto sul campo dello scambio civile di opinioni, altre non riuscendoci perché, anche in considerazione del momento storico che viviamo, l’obbligatorietà dell’assicurazione (che esiste da più di 20 anni) viene vista come un ulteriore obbligo accanto alla vaccinazione e al green pass…

E noi che volevamo solo far capire i vantaggi di una assicurazione a favore di chi lavora in casa!

A volte qualcuno (davvero pochi!) ha difeso il mio lavoro, sottolineando l’inciviltà nel porre le domande o la gratuità delle pesanti offese rivolte all’Istituto e alla mia persona, ma sono state gocce in un mare di gente chiusa all’ascolto, non curiosa di sapere, in alcuni casi forse stanca della situazione che vive, persone che reagiscono decisamente male (ed è un eufemismo) ad un post sulla propria bacheca in cui gli si chiede di pagare 24 euro l’anno per assicurarsi contro le gravi conseguenze degli infortuni domestici.


 

Una cosa è sicura: ho toccato con mano uno spaccato dell’Italia di oggi, di quella che sui social ci sta per offendere e per sfogarsi da frustrazioni accumulate nella vita, che non legge ma si ferma o ai titoli o ai commenti più incivili o gridati.

Di certo ho appreso una “lezione” di comunicazione “dai” e “sui” social, lezione di cui farò sicuramente tesoro.