Attentato Nord Stream 2, di chi è la mano? Russia, Ucraina o Usa? Minacce USA
La guerra dell’energia passa dall’attentato a Nord Stream 2. Chi c’è dietro?
Gli europei, italiani in prima fila, rischiano una seria deindustrializzazione per mancanza di energia
In queste ore riemergono dalle rete le parole di gennaio scorso del Segretario di Stato USA Victoria Nuland: “Se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro Nord Stream 2 non andrà avanti”. Ma a gennaio il gasdotto Nord Stream 2 era già terminato. Il problema allora come oggi è politico, come dimostra il film di Oliver Stone “Ucraina in fiamme”, con la presenza degli americani a Kiev durante il colpo di Stato tra il dicembre 2013 e il 2014: chi controlla l’Ucraina? Gli Usa o la Russia?
Il recente incidente al gasdotto Nord Stream 2 ha aperto un’ulteriore voragine nello scenario di guerra e sulla gestione della partita energia in Europa, sempre alle stelle.
Le perdite dei due gasdotti Nord Stream 1 e 2, contemporanee e in vari punti del Mar Baltico, sono state provocate da esplosioni accadute in acque internazionali e non da incidenti. Gli attentati hanno lasciato intatti la metà della capacità di erogazione dei gasdotti. Ma sia la Germania, che è la prima a usufruire di quel gas, che la Russia e gli USA, non hanno inscenato accuse dure verso gli avversari, come ci si sarebbe aspettato. Siamo sempre in guerra, non in un reality: accusare il nemico di un attacco tanto strategico vuol anche dire ammetterne la potenza e di aver subito un duro colpo.
Ma i principali indiziati di un simile attacco, che per complessità può attuare solo uno Stato sono: Russia, USA (più il Regno Unito e gli alleati della Nato ad Est) e Ucraina.
Nord Stream 2 era stato completato nei primi mesi del 2021 ma ne era ferma la distribuzione del gas per motivi legali.
Il patto tra USA e Germania in quel momento però parlava chiaro: gli americani avevano imposto ai tedeschi che in caso di attacchi russi all’Ucraina, Berlino avrebbe limitato le importazioni di gas da Mosca, intervenendo anche con un piano di sanzioni. Infatti il gasdotto è andato in stand by totale all’invasione di Kiev ma è rimasto teoricamente sempre pronto ad entrare in funzione, come ha più volte ricordato l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, amico personale di Vladimir Putin e manager dei giganti energetici che lavorano con Gazprom Russia. Il governo tedesco guidato da Angela Merkel aveva molte volte insistito sul fatto che l'oleodotto fosse un progetto puramente commerciale. L'attuale cancelliere Olaf Scholz lo ha addirittura definito un "progetto del settore privato".
Fatto sta che con l’aumento dei prezzi, le imprese in panne, l’inflazione alle stelle, la disoccupazione che rischia di esplodere in Europa si sarebbero potute avere proteste serie nel continente spingendo i governi in carica a riaprire i gasdotti e i rapporti con i russi.
La guerra energetica, dal 1945 ad oggi, ha segnato molte tappe della storia mondiale. A questo punto resta incerto lo scenario e chi possa essere stato l’autore degli attentati, forse verrà scoperto solo a guerra conclusa. Nel gioco di specchi ognuno può approfittare delle dichiarazioni e delle mosse altrui. Di sicuro sul campo resta il danno incalcolabile per gli europei, italiani in prima fila, che rischiano una seria deindutrializzazione.
Non è chiaro se l’operazione sia servita agli americani per aumentare la dipendenza europea da Washington e staccare la Russia dall’Europa, se siano stati gli ucraini e i più stretti alleati europei per accelerare la discesa in guerra dell’Europa stessa o la Russia come minaccia nei confronti delle popolazioni europee sempre più stanche di vivere tra fuochi. Ma è probabile che l'Europa politica non affronti la questione continuando a barcamenarsi tra l’alleato USA e i nemici russi facendo finta di nulla a danno delle proprie popolazioni. Intanto risuonano nelle orecchie degli europei le parole di febbraio di Joe Biden in quel momento in conferenza con il cancelliere tedesco Olaf Scholz: "Se la Russia invade... di nuovo, allora non ci sarà un Nord Stream 2. Metteremo fine a tutto questo". Quando gli venne stato chiesto come avrebbe fatto, Biden ha risposto: "Ti prometto che saremo in grado di farlo".