Avetrana, Misseri è tornato libero. E insiste: "Ho ucciso io Sarah Scazzi"

Da stasera lo zio della piccola uccisa nel 2010 dormirà nella "villetta dell'orrore". Il sindaco chiude le strade contro le tv

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Cronache

Omicidio Sarah Scazzi, Michele Misseri torna libero ma insiste: "Sono io l'assassino"

Ci siamo, Michele Misseri è uscito dal carcere di Lecce per fine detenzione. Si tratta del contadino di Avetrana (Taranto) quasi 70enne coinvolto nella vicenda dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi, accaduto ad agosto 2010. L’uscita di Misseri è prevista domattina, presumibilmente tra le 10 e le 12.Dovrebbe essere una delegata del suo avvocato, Luca Latanza, a venire a prenderlo in auto e a portarlo ad Avetrana, distante poche decine di chilometri dal capoluogo salentino.

Quasi certamente Misseri troverà, sia all’uscita dal carcere sia all’arrivo ad Avetrana, troupe televisive e media, considerato il clamore del caso Scazzi aveva suscitato a suo tempo.Nei giorni scorsi, la casa di Michele Misseri, noto al grande pubblico col nome abbreviativo di 'Zio Michele', è stata oggetto di lavori di pulizia e di ripristino - tra cui anche l’allacciamento dell’energia elettrica - a cura di alcuni parenti dell’uomo. 

Misseri avrebbe intenzione, nelle prossime settimane, di riprendere il lavoro nei campi, cominciando col dare una prima occhiata anzitutto ai suoi, ormai abbandonati da anni.Quanto a via Grazia Deledda, dove si trova la villa di Misseri, il sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, ha emesso un’ordinanza che vieta il transito delle auto. Intenzione del primo cittadino è evitare che la strada e il paese più in generale diventino palcoscenico di un nuovo "circo mediatico" dopo quello del 2010, durato peraltro diverso tempo. “Per rispetto alla memoria di Sarah e alla sua famiglia, vorremmo che Avetrana non fosse più ricordata e citata per questo tristissimo episodio”, dichiara il sindaco.

Intanto, Michele Misseri è tornato a parlare in un'intervista a La Stampa. E ribadisce: "Sono stato mille e mille voltereo confesso. Ho scritto tante lettere a Sabrina e Cosima chiedendo perdono ma non ho mai avuto risposta. Vorrei andare a trovarle in prigione ma non so se accetteranno. Voglio chiedere loro perdono guardandole negli occhi, spiegandogli perché le ho accusate".

Continua a La Stampa: "Io non volevo uscire perché non è giusto, sono io il colpevole. Questa colpa mi fa stare male. Nel 2017 pensavano avessi avuto un infarto, invece era un attacco di nervi, perché penso continuamente a cosa ho fatto a quell’angelo biondo. Ma anche a mia moglie e mia figlia che non hanno fatto nulla a Sarah, le volevano bene, e sono state condannate per il sogno del fioraio". 

E insiste: "Mi hanno portato a dire cose che non volevo perché sono ignorante e mi hanno fatto passare da innocente, e mia moglie per una che mi comandava e che mi faceva mangiare gli avanzi».