Bancarotta, patteggia "amico" di D'Alema. Bari, Pisicchio: "Alfonso lì 5 anni"

Venti mesi a Franco Lazzarini. Mentre emergono nuovi dettagli sull'inchiesta pugliese, tra uomini vicini all'ex premier e le telefonate di Pisicchio

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Cronache

Bancarotta, patteggia il broker che si definisce amico di D'Alema

Hanno patteggiato nei giorni scorsi, davanti al giudice Nicoletta Guerrero, Franco Lazzarini, manager ed ex presidente del consiglio di amministrazione di Ital Brokers, e l'imprenditore genovese Giovanni Pisani. Lazzarini ha concordato una pena a 1 anno e 8 mesi mentre Pisani a 1 anno. Per entrambi è stata disposta la sospensione condizionale e non è stata disposta la confisca perché il fallimento era stato risarcito.

La notizia occupa un ampio spazio su La Verità di oggi, che apre su una serie di inchieste che a dire del quotidiano "terremotano la sinistra". Perché l'interesse su Lazzarini? Secondo la Verità il broker "si definisce grande amico di Massimo D’Alema". Secondo l'inchiesta, Lazzarini avrebbe svuotato fra il 2015 e il 2016 la Ital Red srl, di cui era presidente e che era poi fallita ad agosto 2020. Per l'accusa il depauperamento sarebbe avvenuto con presunte cessioni di partecipazioni in altre aziende.

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Inchiesta Bari, Pisicchio: "Alfonso mi serve lì 5 anni"

Oltre a raccontare la sua vicenda, la Verità si concentra sull'inchiesta pugliese. In particolare, il quotidiano passa in rassegna alcuni dei nomi citati nei giorni scorsi sulla vicenda, sottolineando i rapporti tra alcune figure e l'ex premier. Per esempio Michele Mazzarano, consigliere regionale dem, "legato da sempre al Lider Maximo che nei giorni scorsi si è autosospeso. E Filippo Caracciolo, "finito nei guai da assessore all’Ambiente nel 2017 con l’accusa di aver pilotato una gara d’appalto in cambio di sostegno elettorale e solo un mese fa rinviato a giudizio. L’altro giorno si è dimesso, per le polemiche innescate dalle inchieste, da capogruppo del Pd in Consiglio regionale", si legge su La Verità. 

Sul Corriere della Sera si leggono invece novità sull'inchiesta e su alcune conversazioni di Enzo Pisicchio. In una conversazione del febbraio 2020 Pisicchio ammetteva di fare affidamento sul fratello in Regione per il proprio futuro, come si legge sul Corriere: «Io per i prossimi 5 anni ho necessità che Alfonso ci sia, perché sono i 5 anni che ci permetteranno di chiudere la carriera... non è che abbiamo altre possibilità. Pino, è fuori, Alfonso se non fa questi 5 anni, noi chiudiamo la saracinesca, poi non esisterà più niente... Cioè tutti gli amici, i consiglieri... se ne vanno per i cazzi loro, che stanno ad aspettare a noi? Non contiamo più niente se siamo fuori».

Come spiega il Corriere della Sera, "Pisicchio jr puntava sulla rielezione di Alfonso alle Regionali del 2020. A luglio però venne fuori l’indagine a carico di entrambi, con le perquisizioni che fecero trovare ai finanzieri 65.000 euro in contanti a casa di Enzo; l’assessore restò al suo posto, ma a novembre fu escluso dalla nuova Giunta Emiliano, pur ottenendo in seguito altri incarichi in Regione".