Berlusconi, i verbali di Graviano: "C'è una carta col patto firmato da lui"
Nei verbali Giuseppe Graviano racconta di una carta e di un incontro a Milano Tre. Ghedini: "Parole platealmente destituite di qualunque fondamento"
Le rivelazioni su Berlusconi nei verbali di Graviano
Nuove rivelazioni di Giuseppe Graviano nei verbali del 20 novembre 2020 e del 1º aprile 2021, che come spiega il Fatto Quotidiano sono stati "depositati dai pm di Firenze che indagano su Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi per l’ipotesi (enorme e tutta da dimostrare) che l’ex premier e l’ex senatore di FI abbiano avuto un ruolo nelle stragi del 1993 a Milano e Firenze". Ecco come li riporta il Fatto Quotidiano, ricordando che secondo l'avvocato Niccolò Ghedini le parole di Graviano sono "platealmente destituite di qualunque fondamento".
Quando i pm gli chiedono: “Riferisca in ordine a eventuali rapporti economici con Berlusconi e Dell’Utri”, il boss risponde: “Mio nonno Quartararo Filippo, che lavorava nel settore ortofrutticolo, mi raccontò che aveva conosciuto Silvio Berlusconi attraverso un tramite il cui nominativo non conosco; Berlusconi gli aveva richiesto di operare un investimento di 20 miliardi di lire per le sue attività, con l’intesa di una partecipazione al 20% a tutte le attività e ai proventi derivanti da tale investimento. Mio nonno (...) non aveva a disposizione la somma intera e allora si rivolse ad alcuni conoscenti coinvolgendoli nell’operazione. Mio nonno investì l’importo di 4,5 miliardi di lire; le altre persone che investirono denaro insieme a lui erano Alfano Carlo per l’importo di 10 miliardi di lire, Serafina, moglie di Salvatore Di Peri, Antonio La Torre detto Nino il pasticcere e Matteo Chiazzese, per l’importo residuo».
Graviano e quell'incontro con Berlusconi a Milano Tre
E ancora, sempre dal Fatto: "Qualche mese dopo, prosegue il boss, “mio nonno portò me e Salvatore a Milano ad incontrare Silvio Berlusconi. L’incontro avvenne all ’Hotel Quark (..) presso tale hotel sono tornato per festeggiare il cenone di fine anno 1990/1991 nel corso del quale vi erano ballerine sudamericane (...). Mio nonno ha consegnato a mio cugino Salvatore una ‘carta’ che quest’ultimo mi mostrò: era firmata da Berlusconi e da tutte le persone che avevano effettuato l’investimento e prevedeva l’impegno di condividere il 20% di quanto era stato realizzato con l’investimento iniziale. La carta era stata predisposta da un professionista, non so dire se un notaio, un avvocato, un commercialista. Mi pare di ricordare che alcuni degli investitori avevano come professionista di fiducia l’avv. Canzonieri. L’intendimento mio e di mio cugino è sempre stato quello di ottenere da Berlusconi la formalizzazione dell’accordo. L’ultimo incontro che ho avuto con Silvio Berlusconi è avvenuto nel dicembre 1993, nel corso del quale ci accordammo per formalizzare l’accordo di partecipazione societaria davanti ad un notaio per la data mi sembra del 14 febbraio 1994. Tale incontro avvenne in un appartamento, presso Milano 3, che Berlusconi aveva messo a disposizione di mio cugino Salvo; Berlusconi era accompagnato da due persone di cui non so riferire niente".