Big Pharma, le email per bloccare lo studio Ue su ricerca e farmaci

Due grandi gruppi mandano missive al panel dell'Europarlamento

Di Redazione Cronache
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Lo studio italiano sui farmaci e le pressioni di Big Pharma

Big Pharma è intervenuta per provare a evitare la pubblicazione di uno studio sui farmaci. Lo scrive oggi il Fatto Quotidiano, secondo cui "lo studio sull’accesso ai farmaci, che mette in discussione l’eccessiva durata dei brevetti e prefigura un investimento pubblico diretto nella ricerca dei vaccini, non doveva essere eliminato dal sito dello Stoa Panel".

E come spiega il Fatto è in effetti "tornato al suo posto come richiesto giovedì 23, in una riunione molto tesa del Panel, da diverse eurodeputate". Nel corso della riunione, è arrivata l'ammissione "che contro lo studio ci sono stati interventi di rappresentanti dell’industria farmaceutica. Precisamente della multinazionale Msd (Merck Sharp and Dohme) e dell’Efpia, la Federazione europea delle aziende farmaceutiche".

Secondo il Fatto Quotidiano, "sono due email contenenti critiche articolate, inviate il 25 e il 26 ottobre a Pernille Weis, eurodeputata popolare danese del Panel, peraltro legata sentimentalmente al presidente Ehler, ma spedite in copia anche al Segretariato".

Lo studio è stato realizzato, su incarico dello Stoa Panel, da tre economisti italiani: Simona Gamba della Statale di Milano, Laura Magazzini della Scuola Superiore Sant ’Anna e Paolo Pertile dell ’Università di Verona. E come sottolinea il Fatto Quotidiano, lo studio mette in evidenza "il possibile disallineamento tra le priorità dell’industria e le esigenze di tutela della salute, fino a evidenziare i possibili vantaggi di una infrastruttura pubblica per la ricerca su farmaci e vaccini".