Bimba sbranata dal pitbull, la verità nel cellulare del padre: dormiva o...

La scientifica per quasi nove ore nell'appartamento di Acerra: ecco che cosa cercava

di redazione
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Bimba sbranata dal pitbull, il cambio di versione del padre e quello che non torna

Troppe cose ancora non tornano nella terribile tragedia di Acerra (Napoli) avvenuta nella notte tra il 15 e il 16 febbraio scorso e costata la vita alla piccola Giulia, una bimba di appena 9 mesi. La scientifica è tornata ieri nell'appartamento e ci è rimasta per quasi nove ore per cercare tracce della piccola o del pitbull che il padre ritiene essere il responsabile della morte di sua figlia. Un mistero che si fa sempre più fitto, complici anche le dichiarazioni del genitore, che prima aveva dato la colpa a un cane randagio e solo successivamente aveva detto che ad aggredirla era stato il pitbull di famiglia.

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La Procura di Nola (Napoli), ora ha acquisito il cellulare del papà della piccola Giulia. Il sequestro è stato effettuato ieri, mentre gli uomini della Scientifica cercavano indizi nell'abitazione dove sarebbe avvenuta l'aggressione, ripulita poi, sempre secondo quanto riferito dal 24enne al suo avvocato, da alcuni familiari.

L'operazione della Scientifica è durata a lungo, quasi nove ore a caccia di tracce del cane o della bimba. Il padre di Giulia, indagato, sostiene di aver trovato la piccola a terra accanto al letto, dove anche lui si era addormentato, in una pozza di sangue, e di averla portata in ospedale. Durante il tragitto avrebbe poi chiamato in pronto soccorso per assicurarsi di raggiungere un ospedale aperto. Il cellulare servirà anche a capire eventuali spostamenti dell'uomo, e verificare se abbia utilizzato invece il telefono anche in quell'ora in cui sostiene di essersi addormentato senza accorgersi di quanto accadeva alla sua piccolina.

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