Biolaboratorio, livello sicurezza 3 a Pesaro. La paura di un’altra Wuhan...

Pesaro proteste dei cittadini per la creazione in città di un laboratorio di bio-sicurezza (BSL3), un gradino sotto quello di Wuhan al centro del Sars Cov 2

di Antonio Amorosi
Cronache

Laboratorio sperimentale di Bio sicurezza a Pesaro nelle Marche. Il Comune del sindaco Matteo Ricci ha approvato la vendita del terreno per il progetto

Il Comune di Pesaro ha autorizzato la vendita di un terreno pubblico per “la creazione di un laboratorio di bio-sicurezza (BSL3)” a cura “dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche ‘Togo Rosati’”. 
Nella delibera il Comune spiega cosa si intenda per laboratorio di bio-sicurezza BSL3: “ossia una struttura in grado di garantire sperimentazioni e manipolazioni, in vivo e in vitro, di agenti virali pericolosi per la salute animale e dell’uomo in condizioni di massima sicurezza e contenimento biologico”.

“Agenti virali pericolosi” e “laboratorio di bio-sicurezza” nella stessa frase, dopo due anni di pandemia, non appaiano come una panacea. Tanto più se nella stessa frase vengono aggiunti i termini “sperimentazioni e manipolazioni”.

Per questo la notizia ha destato preoccupazione tra i cittadini della zona. Il laboratorio è solo un gradino sotto il noto laboratorio di Wuhan in Cina sul quale si sono concentrate le ricerche per la possibile fuga del Sars Cov 2. Il nuovo centro pesarese nascerebbe a ridosso di uno più grandi supermarket della cittadina marchigiana. Alcuni residenti della città del sindaco Pd Matteo Ricci hanno iniziato a protestare presentandosi anche alla redazione locale de Il Resto del Carlino, esprimendo la loro dura contrarietà. "Non ci fidiamo, qui giocano i bambini", hanno spiegato al giornale e "no al laboratorio dove si manipolano i virus".

“Ci sono falde acquifere e, nonostante la garanzia di sicurezza e dispositivi altamente qualificati per la sicurezza, si comprende che è talmente facile che un qualsiasi fattore possa sconvolgere l’equilibrio”, hanno spiegato a Centropagina, giornale locale. “Oltre alla contaminazione di liquami di animali, potremo ritrovarci anche qualcosa di più visto che ci sono molte riviste che parlano di animali in quarantena, agenti contaminanti di cui non saremmo nemmeno a conoscenza”.

A cercare un pò di documentazione sui livelli si Biosicurezza e cosa sia un laboratorio BSL3 ci si imbatte nella “Classificazione degli agenti infettivi in relazione alla sicurezza biologica”, pubblicata sul sito nel ministero della Salute italiano della ricercatrice Francesca Colavita, microbiologa e virologa che fa parte del team di ricercatori dell'Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”. I patogeni e virus del “Gruppo di rischio 3”, scrive la ricercatrice, che quindi sono quelli di cui si occuperebbe il laboratorio di Pesaro, possono presentare un “Rischio individuale: elevato; Rischio collettivo: basso/moderato”. Tradotto: un basso/medio rischio di propagazione tra le persone. Ma parliamo di agenti pericolosi come il “Mycobacterium tuberculosis”, il “Dengue virus”, il “Chikungunya virus” e il “MERS/SARS-CoV”.

Sono virus che “possono causare malattie gravi nell’uomo. Possono costituire un serio rischio per gli operatori. Moderata probabilità di propagarsi in comunità. Di norma sono disponibili misure profilattiche o terapeutiche efficaci”, continua il documento. Ognuno può fare le sue considerazioni.

Dal centro Zooprofilattico garantiscono che ci saranno solo animali infetti e nessuna sperimentazione. Così spiega anche l’amministrazione pubblica che tranquillizza la popolazione con l’assessore al Fare Riccardo Pozzi che sulle pagine di una testata locale racconta come vi siano "zero rischi e zero esperimenti; di contro, una grande opportunità per Pesaro”.

In consiglio comunale tutti hanno votato a favore dell’opera, esclusi il consigliere d’opposizione e del gruppo Misto Lisetta Sperindei che ha votato contro e il vicecapogruppo della Lega Andrea Marchionni che si è astenuto.

Marchionni: “Ho chiesto un dibattito pubblico o un consiglio comunale monotematico anche perché sulla carta c’è scritta una cosa ben precisa, al di là delle dichiarazioni rassicuranti che vengono fatte”.

Chiedete una discussione trasparente?

“Sì, sono laureato in informatico e in filosofia, epistemologia (che è anche filosofia della scienza, ndr). Non ho un approccio religioso alla scienza e neanche avalliamo la politica di chi dice ‘non nel mio giardino’ però ci chiediamo perché non si faccia un dibattito pubblico. La cittadinanza ha diritto di sapere. Ci chiediamo anche se quella posizione vicina alle residenze sia la più idonea. Quando ci diranno cosa vogliono fare in maniera meno nebulosa valuteremo”.

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