Blitz a Ferragosto sul Porto di Talamone

L’amministrazione comunale ha deliberato un'istanza di concessione volta alla trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico

di redazione cronache
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Blitz a Ferragosto sul Porto di Talamone

Via libera lampo dell’amministrazione del Comune di Orbetello al piano per il rifacimento del gioiello nel Parco della Maremma. La giunta cambia idea in pochi mesi, si sfila dalla cabina di regia e lascia tutto in mano ai privati. I rischi per l’economia del paese che ospitò Garibaldi durante la spedizione dei Mille.

Un blitz a Ferragosto, per dare una accelerazione al rifacimento del Porto di Talamone, piccola località sul mare della Toscana. È il gioiello del Parco della Maremma. Siamo in provincia di Grosseto, Comune di Orbetello, la cittadina lagunare che questa estate è stata alle prese con la temperatura dell’acqua troppo alta, causa di una improvvisa moria di pesci. Un vero e proprio disastro, origine, tra l’altro, di non pochi disagi a turisti e residenti per il cattivo odore cagionato da decine di migliaia di carcasse di anguille, orate e spigole, con consequenziali danni economici agli operatori turistici. Sta di fatto che, in una situazione di emergenza estiva, non facile da gestire, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Casamenti, eletto col centrodestra, ha avuto il tempo, a cavallo di Ferragosto, per deliberare una istanza di concessione volta alla trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico. Una ipotesi di cui si discute da anni e che, la scorsa settimana, il Comune di Orbetello ha incardinato sulla corsia preferenziale: è datato 13 agosto, infatti, l’avviso di pubblicazione dell’istanza di concessione per il porticciolo ed è stata firmata il 16 agosto, dunque appena tre giorni dopo, la determinazione dell’ufficio gare che assegna l’affare a una piccolissima azienda costituita da un gruppetto di imprenditori locali, Società Porto Turistico di Talamone. Il documento è pubblico dal 20 agosto.

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Insomma, un evidente colpo di mano, anche se la partita per lo scalo talamonese non è chiusa: perché ci saranno i prescritti 90 giorni di tempo, a partire dalla imminente pubblicazione in Gazzetta ufficiale, sia per presentare proposte alternative da parte di concorrenti sia per contestare il progetto presentato (e rapidamente approvato) dalla società al momento favorita. La faccenda, in ogni caso, desta qualche perplessità e ha accesso un vivo dibattito nella storica cittadina che nel 1860 ospitò per qualche giorno Giuseppe Garibaldi durante la spedizione dei Mille.

Tecnici e legali studiano il dossier. Se, da un lato, il master plan e il piano regolatore portuale prevedono la trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico, non appaiono poche le criticità legate alla piena operatività e capacità della baia oltre al fatto che stanno sorgendo dubbi sul futuro collegamento diretto col Paese. Senza tralasciare che un piano così ampio corre il rischio di dare il via a un cantiere che verrebbe completato non prima di 7-8 anni, con buona pace dei 600 posti barca esistenti, usati da villeggianti e residenti, con consequenziali danni economici a tutto il paese. C’è poi chi si interroga sulle reali ragioni che spingono il Comune di Orbetello ad avventurarsi in questo ambito, tenuto conto che, a distanza di pochi chilometri, sono sotto gli occhi di tutti ci sono due clamorosi “flop”: uno è quello del porto di Cala Galera (a Sud di Talamone, nel Comune di Monte Argentario); l’altro, a Nord, è quello di Marina di Grosseto. Due precedenti non positivi che suggerirebbero prudenza e non improvvise fughe in avanti.

Per questo, la gestione della procedura d’assegnazione rappresenta il nodo principale su cui si concentra l’attenzione degli addetti ai lavori. Del porto di Talamone si parla, come accennato, da almeno un decennio, ma è nel 2023 che il Comune di Orbetello ha aperto concretamente il fascicolo. A luglio dello scorso anno, la giunta cittadina aveva individuato le varie opzioni tecnico-giuridiche per valutare il percorso e creò uno specifico gruppo di lavoro. Passano pochi mesi e, il 29 novembre, la Società Porto Turistico di Talamone, costituita il 2 agosto con atto del notaio orbetellano Bruno Detti, presenta il suo (primo) progetto preliminare. Quel tentativo di mettere le mani sulla darsena della Maremma, tuttavia, va a vuoto: il 29 dicembre il Comune ufficializza il «no» all’istanza della piccola srl talamonese. Due settimane prima, il 15 dicembre, era stata negativamente valutata, con lo studio di prefattibilità, la soluzione della concessione: un fermo diniego, accompagnato dal veto degli uffici urbanistici.

In quella fase, la soluzione “privata” non era vista di buon occhio. Un rapporto discusso dal Consiglio comunale il 21 dicembre 2023 critica esplicitamente la pista della concessione. Ragion per cui, il Comune manifestò formalmente la preferenza per l’opzione “Stu” ovvero la società di trasformazione urbana: si tratta di una soluzione per la realizzazione di opere pubbliche che lascia in mano alla pubblica amministrazione, pur con il coinvolgimento di soggetti privati, la regia dei cantieri e la successiva gestione delle infrastrutture realizzate. «Il Comune deve essere regista» disse il sindaco Casamenti nel corso del Consiglio, sottolineando di voler «garantire e limitare al massimo i rischi, che possono esserci, ma che oggi non si possono prevedere. Stiamo avviando un percorso lungo». Non troppo, in realtà.

Sta di fatto che la Società Porto Turistico di Talamone, il 12 marzo scorso, ha presentato ricorso al Tar della Toscana, che peraltro deve ancora pronunciarsi, contro il «no» del Comune. Sembrava l’inizio di un lungo braccio di ferro. E, invece, il 10 giugno la società ha presentato integrazioni al progetto, sulle quali finora non c’è stata trasparenza. Tanto è bastato, comunque, per far cambiare idea alla giunta Casamenti, il 10 luglio: niente “Stu”, si torna alla concessione diretta ai privati. Soluzione comunicata ufficialmente, preannunciando la pubblicazione dell’istanza, otto giorni più tardi, dal Comune, nel corso di una riunione alla quale erano stati convocati tutti gli attuali operatori. In quella sede, l’amministrazione di Orbetello aveva messo in chiaro l’intento di procedere uniti. Ma poi è finita diversamente. Il resto è il blitz di Ferragosto.