Blitz di Ultima Generazione, tre cronisti portati in Commissariato: è bufera

di Redazione
Cronache

Blitz di Ultima Generazione, 3 cronisti portati in Commissariato 

Tre giornalisti sono stati bloccati dalla polizia mentre si stavano avvicinando a via Vittorio Veneto, a Roma, sotto al ministero del Lavoro e Politiche Sociali, dove era previsto un blitz di 'Ultima Generazione'. I tre, secondo quanto si apprende, sarebbero stati portati al commissariato Castro Pretorio. Li', nel corso delle identificazioni, avrebbero fatto presente di essere giornalisti e a quel punto, dopo gli accertamenti di rito, sarebbero andati via. 

Cronisti in Questura: videomaker, Calpestato diritto di cronaca

"Ho paura per il futuro, non sono il primo giornalista che denuncia questo clima di controllo e di repressione dell'informazione: e' la prima volta in 15 anni che vengo portato in una cella senza motivo dopo essermi identificato come giornalista". Il videomaker freelance Roberto Di Matteo denuncia in un video postato su Facebook "la cosa molto grave" accadutagli stamattina a Roma. "Stavo andando a seguire una azione di Ultima generazione - racconta -, appena mi sono spostato per seguire i ragazzi sono stato intercettato insieme con altri due colleghi de 'Il Fatto quotidiano' e del 'Corriere della sera' da agenti in borghese e agenti di polizia che ci hanno chiesto di identificarci. Ci siamo subito qualificati come giornalisti, dando i documenti e i tesserini: solitamente una volta avvenuta l'identificazione si puo' continuare a svolgere il proprio lavoro, invece siamo stati portati in questura, a Castro Pretorio, dove siamo stati messi in una cella, in attesa che fosse verificata la nostra identita'. Siamo stati anche perquisiti, e durante il viaggio dal punto in cui siamo stati fermati alla questura ci e' stato impedito l'uso dei cellulari". "E' stata una situazione sgradevole per tanti motivi - continua il videomaker - innanzitutto perche' mi e' stato impedito di svolgere il mio lavoro, ma la cosa piu' grave e' che un diritto costituzionale come il diritto di cronaca e' stato calpestato. Siamo stati trattenuti con i colleghi in una piccola cella, con la porta aperta, ma una cella, ci e' stato negato di aspettare l'identificazione in sala d'attesa come avevamo chiesto e sul verbale che ci e' stato dato alla fine c'era scritto che eravamo stati portati li' per identificarci: un verbale incompleto che non menziona la perquisizione e il fatto che ci eravamo offerti di aprire gli zaini in strada perche' controllassero".

Cronisti in Questura: Fnsi, sa di censura preventiva 

"Dopo Messina e Padova oggi anche Roma. Questa mattina tre giornalisti, la videomaker collaboratrice de ilfattoquotidiano.it Angela Nittoli, il fotografo del Corriere della Sera Massimo Barsoum e il videomaker freelance Roberto Di Matteo, sono stati fermati dalla Digos mentre stavano andando a documentare un blitz di Ultima generazione. I colleghi, che erano accompagnati da due attivisti, sono stati fermati per strada e, secondo il loro racconto, gli e' stato impedito di utilizzare il cellulare. Sono stati quindi portati al commissariato di Castro Pretorio per essere perquisiti, nonostante si fossero offerti di mostrare seduta stante i contenuti di borse e zaini in cui era riposta l'attrezzatura". E' quanto si legge in una nota della Fnsi, la Federazione Nazionale della Stampa. "In commissariato due colleghi hanno addirittura subito una perquisizione personale. Tutti e tre sono stati lasciati ad aspettare il turno di identificazione in una cella di sicurezza con la porta aperta ma presidiata dalla polizia, anche se avevano chiesto di poter essere spostati in sala d'attesa - prosegue il comunicato - il caso di Roma e' il terzo in pochi mesi. In precedenza c'erano stati quelli di Messina e Padova, dopo i quali Fnsi e Ordine dei giornalisti avevano chiesto un incontro con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Durante quell'incontro il ministro aveva escluso che ci fosse un modus operandi della polizia per quanto riguarda verifiche e controlli sui giornalisti che seguano gli atti di protesta di Ultima generazione".

"Dopo quello che e' accaduto oggi, appare invece evidente che esista una linea di intervento per scoraggiare i Cronisti dal documentare i blitz di questi attivisti - si legge ancora nella nota Fnsi - tutto questo si concretizza in una palese violazione delle leggi sulla stampa e dell'articolo 21 della Costituzione e sa drammaticamente di censura preventiva, oltre che di violazione del dovere di informare. La Federazione nazionale della Stampa italiana e' al fianco dei giornalisti ai quali e' stato impedito di svolgere il loro lavoro, subendo anche un danno economico, e sosterra' i colleghi che vorranno chiedere risarcimenti allo Stato che ha violato i loro diritti". 

Cronisti: dipartimento ps, no nuove modalita' operative

"A Roma e nel resto del territorio nazionale non e' mai stata data una direttiva operativa che preveda l'identificazione di giornalisti e operatori dell'informazione in occasione di manifestazioni pubbliche. Singoli episodi che hanno portato all'identificazione sono avvenuti in contesti dove la qualifica di giornalista non era stata dichiarata o dimostrata. Trattasi in ogni caso di circostanze che non sono riconducibili a nuove modalita' operative". Lo precisa una nota del Dipartimento della pubblica sicurezza con riferimento all'episodio dei tre Cronisti identificati e portato in questura in occasione di un blitz di Ultima Generazione. 

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